Gino Strada: crimini di guerra in Afghanistan

Il fondatore di Emergency conferma quanto dichiarato su RaiTre. Interpellanza del Pd sulla sua denuncia
Gino Strada conferma le dichiarazioni sui crimini di guerra in Afghanistan. L'interpellanza del Pd? "Un buon segnale, ma dal quale mi aspetto ben poco".
Trentasei deputati del Partito Democratico hanno presentato un'interpellanza parlamentare per chiedere al governo 'chiarezza' sulla denuncia del fondatore di Emergency, Gino Strada. Intervenendo domenica alla trasmissione di Fabio Fazio "Che tempo che fa", il chirurgo ha detto che nel cuore della zona dei bombardamenti in Afghanistan le forze dell'Isaf impediscono sistematicamente e intenzionalmente ai feriti di raggiungere gli ospedali attraverso il blocco di macchine e ambulanze, rifiutando di prendere in considerazione ogni proposta di apertura di un corridoio umanitario per l'evacuazione dei feriti. Una condotta che Strada ha bollato come "crimine di guerra da portare davanti alla Corte penale internazionale, in quanto contrario a tutte le convenzioni sull'assistenza dei feriti nei conflitti armati".
Il Pd chiede chiarezza. Quale chiarezza può arrivare dal nostro governo? Non mi aspetto molto. Visto che i governi, non solo questo ma anche quelli precedenti, hanno sempre, e senza eccezione, detto bugie sull'Afghanistan, mi aspetto che anche stavolta diranno bugie. E' tuttavia un buon segnale che qualcuno finalmente cominci a porre il problema, invece di continuare a fare la politica dello struzzo, facendo finta di non sapere che, come dice il nostro ministro della Difesa, i soldati italiani sono in Afghanistan a fare la guerra.
Il primo firmatario dell'interpellanza è Arturo Parisi, ministro della Difesa quando era già chiaro a molti che la nostra non era una missione di pace. Cos'è, un ravvedimento tardivo o un atteggiamento ipocrita? Magari Parisi ha cambiato idea. O magari si tratta della solita logica: la guerra diventa meno bella quando a farla sono gli avversari politici.
Conferma quanto ha dichiarato da Fazio, che il blocco dei feriti corrisponde a una violazione delle convenzioni internazionali, e quindi è un crimine di guerra? Non c'è il minimo dubbio. Ci sono degli obblighi ben precisi di assistenza, non solo ai civili, ma anche ai feriti in generale. Peraltro, il blocco attuato nelle settimane scorse nella provincia di Helmand non è un episodio isolato. Da anni la regola - e tutti lo sanno anche se nessuno dice niente - è che quando c'è una battaglia, un attentato, una bomba, un qualsiasi evento bellico a Kabul accade esattamente la stessa cosa: si fa una specie di cordone attorno e da lì non si evacua nessuno. Questo lo sanno tutti e lo tollerano tutti.
A quale logica corrisponde un comportamento di questo tipo da parte dei militari? Corrisponde alla loro logica. I militari sono lì per ammazzare, non certo per curare.
Si vuole nascondere qualcosa, secondo lei, magari l'utilizzo di armi particolari? Non lo escluderei. Armi particolari in Afghanistan ne sono sempre state usate. Mi ricordo di aver visto usare armi al fosforo quasi vent'anni fa e non mi meraviglierebbe sapere che vengono usate anche oggi. Oppure armi all'uranio impoverito, e via discorrendo.
Cosa sta succedendo a Marjah, la città stretta d'assedio dalle forze Isaf? Un'operazione molto simile a quella condotta a Fallujah. Quanto meno nei suoi intenti. Lasciamo stare la scala e la dimensione dell'intervento, che si tratti di un villaggio o di una città. Io credo che la logica sia la stessa applicata a Fallujah.
Tornando all'interpellanza dei deputati del Pd, cosa si aspetta che accada? Sinceramente non molto. Mi aspetto un po' di retorica e di politichese, le solite chiacchiere confuse in Parlamento. Qualcuno dirà anche, come dice il presidente Napolitano, che siamo in Afghanistan per costruire l'Europa. Che sarebbe come dire: andiamo a scalare il Monte Bianco per imparare a nuotare.
Perché quelli del Pd si 'svegliano' solo ora? Non lo so. Bisognerebbe chiederlo a loro. Per quanto riguarda Emergency, l'abbiamo detto non solo a loro, ma a tutti i partiti politici, ai membri del Parlamento, sin da prima che votassero la partecipazione italiana alla guerra contro l'Afghanistan: non c'entrava niente l'Onu, non c'entrava il Consiglio di sicurezza, né la Nato, e neanche l'Isaf. Loro hanno votato a favore dell'intervento esattamente un mese dopo che gli Stati Uniti cominciassero i bombardamenti. Si è trattato solo di servilismo nei confronti degli Stati Uniti. Per otto anni e mezzo nessuno ha fatto commenti. Adesso si svegliano. Non vorrei che si lavassero la coscienza con un'interpellanza dalla quale usciranno rassicurati che non si sta commettendo nessuna violazione dei diritti umani in Afghanistan. Sia chiaro, stanno solo massacrando un po' di uomini, donne, bambini, si stanno lasciando morire i feriti, ma questo fa parte del loro concetto di pace.
Si 'svegliano' una settimana dopo che il rifinanziamento alla missione ha ricevuto l'approvazione in Camera e Senato. Tra l'altro in Senato con 245 voti a favore, un contrario e 12 astenuti. Quindi col voto dello stesso Partito Democratico. Non credo sia una cosa nuova, per quella che si definisce politicamente una componente di sinistra. Basta andare indietro nel tempo e vedere quante volte hanno votato la guerra per poi prenderne le distanze un attimo dopo. Ma io ho un'idea un po' diversa di cosa dovrebbe essere la sinistra.