MST in ricordo di Eduardo Galeano

Cari amici, il dolore per la morte di Eduardo Galeano ci fa capire quanto siamo diventati anche noi un po’ latinoamericani. La lettura di “Le vene aperte dell’America latina” ci ha dimostrato quanto eravamo ignoranti e eurocentrici, ma la la poesia di “Memorie del fuoco” ci ha fatto vedere anche la bellezza e dato tanta speranza.
Qui sotto la traduzione del messaggio dei Sem Terra, con alcune bellissime citazioni.
Antonio Vermigli

Eduardo Galeano – Montevideo, America Latina (1940 -2015)

Abbiamo perso oggi la presenza fisica del compagno Eduardo Galeano. Uruguaiano di nascita, dei Caraibi e dell’America Latina per scelta di vita e di militanza politica.
La persecuzione politica subita dai governi dittatoriali, che colpirono il continente latinoamericano, sotto il patrocinio del governo degli Stati Uniti, lo costrinsero a vivere dodici anni in esilio (1973-1985), un tentativo frustrato di isolarlo dal suo popolo e indebolire il suo amore per il suo paese.
I suoi aguzzini non erano a conoscenza del sangue, latinoamericano, che scorreva nelle sue vene.
L’esilio e dittature latinoamericane forgiarono la sua tempra rivoluzionaria.
E la radicalità della sua attività politica è sempre stata alimentata da un umanesimo senza compromessi e dalla solidarietà in difesa di tutte le vittime del sistema oppressore.
Sapeva che una nuova realtà avrebbe avuto come protagonista il popolo oppresso.
Ha scritto: “il corpo non è una macchina come ci dice la scienza. Non è una colpa, come ci fa credere la religione. Il corpo è una festa.”
Una festa che un giorno, nell’eredità che ci ha lasciato questo compagno, si terrà in questo continente, dove non ci saranno sfruttatori e sfruttati.
In possesso di un lessico raffinato, senza rinunciare alle sue convinzioni politiche e all’identità culturale del suo popolo, sapeva quanto fosse saggio che il vero apprendimento è quello che sorge dal popolo. Per questo non esitò a dire che “la solidarietà è orizzontale: rispetta l’altro e impara con l’altro. La maggior parte di noi ha molto da imparare dalle altre persone.”
Sempre dalla parte dei poveri, venerato in tutto il mondo a causa delle sue opere letterarie, è stato un compagno instancabile dei Nessuno.
“I nessuno: i figli di nessuno, i proprietari di nulla.
I nessuno: i nessuno, correndo soli, morendo alla vita , fottuti e mal pagati:
Quelli che non sono, sebbene sono.
Che non parlano lingue, parlano dialetti.
Che non praticano religioni, praticano superstizioni.
Che non fanno arte, fanno artigianato.
Che non sono esseri umani, sono risorse umane.
Che non hanno cultura, hanno folclore.
Che non hanno faccia, hanno braccia.
Che non hanno nome, hanno un numero.
Che non compaiono nella storia del mondo, appaiono nella cronaca nera della stampa locale.
I nessuno, che costano meno della pallottola che li uccide. ”
L’impossibilità di scrivere su Galeano senza ricorrere a quello che ci ha lasciato, è la prova più forte che rimane tra noi. A lui dovremo sempre ricorrere per avere sufficiente utopia, irraggiungibile, ma che ci fa camminare alla sua ricerca.
Questo è un po’ del Galeano che ci ha lasciato.
Già ci manca la sua convivenza e la presenza fisica, sempre presente, in prima fila nella lotta contro l’oppressione e l’ingiustizia e in difesa di una società socialista.
Continuerà tra noi, per gli insegnamenti e l’esempio di vita lasciato ai posteri.
Saremo suoi eredi e impegnati a seguire i suoi ideali di una società socialmente giusta, egualitaria e democratica. Galeano vive in mezzo a noi, perché la sua eredità è eterna.

Viva l’America Latina ed i Caraibi!
Evviva il socialismo! Viva Eduardo Galeano!
Movimento dei lavoratori rurali senza terra (MST), São Paulo, 13 Aprile 2015

per galeano

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