Migranti minorenni si prostituiscono per pagare i passeur e varcare il confine a Ventimiglia

L’allarme di Save the Children, 27 luglio 2018

Fonte: Il Secolo XIX

Giulio Gavino

Ventimiglia – «Giovanissime migranti, minorenni, costrette a prostituirsi per pagare i passeur e varcare il confine»: è l’allarme che lancia Save the Children nel rapporto annuale presentato oggi. La lente di ingrandimento è puntata su Ventimiglia dove l’associazione ha riscontrato gli episodi di quello che viene chiamato “survival sex”.
«Si tratta di ragazze giovanissime e particolarmente a rischio che fanno parte del flusso invisibile dei tanti minori migranti non accompagnati in transito alla frontiera nord italiana i quali, nel tentativo di ricongiungersi ai propri familiari o conoscenti in altri Paesi europei, privati della possibilità di percorrere vie sicure e legali, sono fortemente esposti a gravissimi rischi di abusi e sfruttamento, in molti casi ritrovandosi a vivere in condizioni di grande degrado e promiscuità. È fondamentale garantire loro tutta la protezione di cui hanno bisogno e per questo, in rete con le organizzazioni attive sul campo, stiamo potenziando i nostri interventi nelle aree di confine settentrionale, con un’unità mobile grazie alla quale, a partire dai prossimi giorni, i nostri operatori raggiungeranno i minori più vulnerabili per offrire loro supporto e assistenza e tutelarli dai gravi rischi in cui incorrono», ha affermato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
>Le vittime minorenni inserite nei programmi di protezione nel 2017 sono state circa 200. In circa la metà dei casi (46%) si tratta di vittime di sfruttamento sessuale e in più del 93% delle situazioni si tratta di ragazze nigeriane tra i 16 e i 17 anni.
Le migranti minorenni a Ventimiglia, al confine italo-francese, si vedono costrette a prostituirsi per guadagnare i soldi necessari ad attraversare la frontiera, pagando ai passeurs somme tra i 50 e i 150 euro per il viaggio in auto. Una situazione aggravata anche dopo lo sgombero, ad aprile 2018, dell’accampamento informale nell’area lungo il fiume Roja. Da allora, gli operatori di Save the Children sul terreno, hanno rilevato la permanenza in strada di molti minori in condizioni degradanti, promiscue e pericolose che vengono alleviate soltanto dalle associazioni che offrono assistenza legale, connessione a internet e altri beni di prima necessità.
Il flusso di migranti eritrei a Ventimiglia, del resto, nei primi mesi del 2018 ha fatto registrare un notevole incremento rispetto all’anno precedente, quando rappresentavano appena il 10% dei transitanti. Degli oltre 750 migranti transitati a Ventimiglia a marzo 2018, ad esempio, più della metà erano eritrei, di cui più di 1 su 5 di minore età. Un fenomeno confermato anche dai dati emersi dal progetto CivicoZero di Save the Children a Roma e a Milano: nella Capitale, nel primo trimestre 2018, gli operatori del centro sono entrati in contatto con 137 minori eritrei – tra cui anche ragazze e minori tra i 12 e i 15 anni di età -, oltre 4 volte in più rispetto allo stesso periodo del 2017 (circa 30 minori).

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