Messico: mega-aeroporto? Preferisco il lago

di GIOVANNI CATTARUZZA

La costruzione del nuovo mega-aeroporto di Città del Messico sarebbero disastrose, un vero ecocidio: dalla condanna del lago Texcoco all’innalzamento della temperatura di una metropoli già inquinatissima, dal rischio di un collasso del fragile sistema idrico cittadino alle inondazioni di diverse aree urbane. Il 28 ottobre si vota nella discussa consultazione vincolante voluta dal nuovo governo di López Obrador. I sondaggi danno favorita l’approvazione del progetto faraonico ma crescono anche i consensi per la campagna #YoPrefieroElLago promossa dal Fronte dei Popoli in difesa della terra

Con l’intenzione di impedire la costruzione del Nuevo Aeropuerto Internacional de México (NAIM), nella zona lacustre di Texcoco, a 15km dal centro della capitale Città del Messico, organizzazioni sociali, comitati di cittadini, attivisti, personalità della musica e dello spettacolo, accademici e scienziati, hanno dato vita alla campagna #YoPrefieroElLago.

Il movimento cercherà innanzitutto di determinare la consulta pubblica sull’aeroporto, convocata dal nuovo presidente eletto Andres Manuel Lopez Obrador per il prossimo 28 ottobre. Dal risultato dipende il futuro del lago.

La storia del lago si intreccia in maniera indissolubile a quella della capitale del paese.

Costruita letteralmente sulle acque, Città del Messico, o Tenochtitlan, come la chiamavano gli Aztechi, è una delle città più grandi del mondo, con una popolazione che arriva quasi ai 25 milioni di abitanti considerando la cintura metropolitana. Dopo l’invasione, gli spagnoli iniziano un processo di prosciugamento del sistema lacustre. Nel 1900 il presidente messicano Porfirio Diaz è obbligato ad avviare la costruzione di un grande e complesso sistema di drenaggio della valle per assicurare la convivenza forzata della città con l’acqua nel sottosuolo. Nel 1986 più di metà del territorio della città viene dichiarato Area di Riserva Ecologica.

Presentato da governo, investitori e costruttori come un nuovo fiore all’occhiello per la capitale, le conseguenze immediate della costruzione del NAIM non ricadono solo sul lago. L’innalzamento della temperatura di una metropoli già molto inquinata e il rischio di un collasso del fragile sistema idrico cittadino e le inondazioni di diverse aree urbane sono fra le prime inquietanti sorprese che potrebbero attendere gli abitanti.

Sul fronte delle ripercussioni ambientali, le oltre 250 specie di uccelli che vivono nell’area di Texcoco sparirebbero per l’incompatibilità fra la circolazione degli aerei e la riproduzione.

I 4600 ettari occupati dal lago sono necessari per garantire acqua non solo alle 264.000 piante e agli animali che vivono nel lago ma anche alle decine di milioni di persone che abitano intorno ad esso. A fronte di un’ erosione del terreno media calcolata tra i 21 e i 30 centimetri all’anno, la costruzione dell’opera produce un drastico aumento dello sprofondamento del terreno, generando ingenti costi di manutenzione oltre che una vera e propria devastazione ambientale.

La chiamata ad organizzarsi e ad opporsi a quello che definiscono come un «ecocidio» è partita dal FDPT (Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra), organizzazione che dal 2001 si è opposta, con successo, al vecchio progetto per la costruzione del NAIM sulle proprie case e terreni. Adesso la piattaforma organizzativa contro il nuovo aeroporto e per la difesa del lago è uno spazio aperto e plurale che fa paura al governo e ai costruttori.

Ma chi è che ci guadagna dalla costruzione dell’aeroporto?

Carlos Slim Helu, l’imprenditore messicano proprietario della compagnia telefonica Telmex, dal 2010 al 2013 considerato dalla rivista Forbesl’uomo più ricco del mondo ed ora solo al quarto posto, (con un patrimonio calcolato in 64 miliardi di dollari), è la persona che ha vinto la gara d’appalto per costruire il terminal aeroportuale principale (84.000 milioni di pesos), oltre che la copertura di tutti i servizi di telecomunicazione.

Hipolito Gerard Rivero, costruttore e cognato dell’ex presidente della repubblica Carlos Salinas de Gortari, ha ottenuto l’altra metà della costruzione dei terminal e quella delle piste.

Hank Rhon, imprenditore, costruttore, membro del gruppo «Atlacomulco» e padrone della compagnia «La Peninsular» ha un contratto per 900 milioni di pesos in costruzione e servizi del NAIM.

Mentre distruggono l’ambiente e il patrimonio socio culturale della città, le speculazioni e le grandi opere arricchiscono politici e costruttori: non succede solo a Roma, succede anche a Città del Messico.

Andres Manuel Lopez Obrador, il candidato della sinistra che ha appena vinto le elezioni, aveva promesso di sospendere i lavori e salvare il lago definendo l’opera «faraonica, costosissima, anti-ecologica, tecnicamente irrealizzabile e in odore di corruzione» mentre una volta eletto, dalle dichiarazioni pubbliche fatte, è parso almeno possibilista sul proseguimento del progetto.

La campagna #YoPrefieroelLago e la mobilitazione messa in campo dai cittadini di oltre 40 municipi, che si sta avvalendo di ogni spazio per denunciare e contrastare la devastazione prodotta dal progetto, rischia di mettere subito in difficoltà il nuovo governo.

Non c’è molto tempo per fermare il NAIM e salvare il lago ma, nella dichiarazione di lancio della campagna, si legge: «Abbiamo la certezza che la difesa della vita non ha data di scadenza e non possiamo fermarci di fronte ai tempi che si ostinano ad imporci i ricchi coi loro progetti».

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