Le porte di Lucca sono dorate, come quelle di Vicofaro, di San Miniato – di Luca Soldi


Il vescovo di Lucca Paolo Giulietti

Come già era avvenuto a Vicofaro e a San Miniato al Monte, anche Lucca vuol testimoniare attenzione e vicinanza ai temi del nostro tempo.

E lo fa in modo dirompente con il suo Pastore, con la sua guida accomunando nel suo cammino anche la chiesa Valdese.

Così la Diocesi per azione e la voce del suo vescovo, monsignor Giulietti seguendo l’esempio di altre chiese della Toscana ha deciso di rendere visibile l’impegno a sostegno dei fantasmi, degli scarti della società realizzando con le coperte dorate, usate per le emergenze nel dare un primo riparo ai migranti appena soccorsi, delle installazioni realizzate dall’artista fiorentino Giovanni De Gara.

Ma come era avvenuto a Pistoia, a Firenze, anche a Lucca certa politica si scaglia contro la Chiesa.

Lo fa proprio all’indomani della inaugurazione di «Eldorato», di quegli stessi progetti di arte contemporanea presenti nella parrocchia di don Massimo a Biancalani a Vicofaro ed a quello di padre Bernardo a Firenze, a San Miniato al Monte, tutti realizzato da De Gara.Ed ecco così che la Lega lancia il suo anatema:«Il vescovo Paolo Giulietti e il pastore valdese Antonio Adamo approfittano della manifestazione Lucca Comics Games e del suo enorme afflusso di visitatori per dare visibilità senza contraddittorio a una problematica, quella dei migranti, che con l’attuale governo sta tornando ad essere incontrollata». È questo l’affondo portato proprio dalla capogruppo della Lega in Consiglio regionale Elisa Montemagni.

Il progetto, l’installazione coinvolge, nella diocesi di Lucca, la stessa cattedrale di San Martino (solo una porta esterna), la chiesa di San Cristoforo (via Fillungo) e la chiesa evangelica valdese (via Galli Tassi).

Tutte queste porte d’ingresso sono state foderate con le coperte termiche color oro usate per soccorrere i naufraghi delle navi dei migranti.

L’installazione ha riacceso la polemice da parte della Lega nei confronti di monsignor Giulietti che lo scorso 7 agosto era stato attaccato dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini per essersi fatto fotografare con un cartello di protesta dell’associazione Libera di don Ciotti nei confronti del decreto sicurezza bis.

«Giulietti e Amato — ha proseguito la Montemagni — hanno avuto la grande pensata di collocare una installazione pro-immigrati in cattedrale, in un’altra chiesa cittadina e nel locale tempio valdese. Un’iniziativa che tende ovviamente a porre in evidenza in modo unilaterale il fenomeno dell’immigrazione con l’esposizione ad effetto di coperte termiche che solitamente avvolgono i migranti. Insomma — ha così concluso la capogruppo leghista — si sfrutta un evento di tutt’altro genere per dare visibilità ad una questione che con l’avvento del governo giallorosso si sta nuovamente amplificando».

Giulietti minimizza, non si presta al gioco politico e così resta in silenzio consapevole di essersi esposto al fuoco di fila dei sovranisti che hanno già messo sotto assedio quel “santuario dell’accoglienza” ch’è la parrocchia di Vicofaro, nella vicina Pistoia.

Ma è De Gara a replicare: «Forse la consigliera non si è letta bene il progetto, che è ispirato in realtà al Vangelo e che vuole rappresentare una chiesa che accoglie tutti: non solo i migranti dunque, ma tutte le persone deboli comprese quelle italiane. Trovo la polemica sterile, la solita benzina gettata sul fuoco del calderone politico attuale, ma ormai ci sono abituato: da quando questo progetto è partito da Firenze alla fine di giugno, dalle tre porte dell’abbazia di San Miniato al Monte, succede più o meno in tutte le città in cui ci spostiamo».

Sì, quelle porte adesso sono dorate e non si tratta solo di porte.

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