Resa dei conti o rinascita?

11 maggio 2013
Riecco il “rompi”. Sabato 11 maggio, i rappresentanti del PD, arriveranno in treno, forse l’ultimo, al capolinea-stazione: Assemblea nazionale a Roma per valutare la ormai conclamata crisi al suo interno. E’ ormai inarrestabile il senso di fastidio verso quella che viene considerata una “oligarchia” separata dal proprio popolo e portatrice di privilegi ingiustificabili. Si vocifera che molti, “volontariamente”, lo perderanno, manifestando così la loro momentanea “insoddisfazione”. Vedremo!
Bersani ha sperimentato ciò che ha urlato con forza e risentita permalosità: Si vince tutti, si perde da solo. Come a dire, ma dove sono scappati i miei buoi, dopo che li ho così ben curati e allevati con foraggi di prima qualità?
Incredulo, improvvisamente solo! Gli si è aperto il deserto, unico luogo rimastogli, per riflettere. Enrico Letta invece preferisce l’Abazia di Spineto, nella meravigliosa terra di Siena, per fare “spogliatoio” come suol dirsi, con i suoi ministri.
Nascono e muoiono candidature di reggenza, da Cuperlo a Epifani, da Vannino Chiti a Pierluigi Castagnetti (ma il nome porta sfiga), da Claudio Martini alla Finocchiaro (che potrebbe essere l’alternativa voluta da D’Alema a Cuperlo, leggi sotto), sta uscendo pure la possibilità di un Bersani-Caronte, traghettatore fino al congresso. C’è chi pensa a soluzioni populiste, personalizzate, dimenticandosi i risultati elettorali. Il 24-25 febbraio scorso, il voto del M5S sommato agli astenuti oltrepassa il 50%. Si comprende lo sconcerto presente? Nel Paese e nel PD? Non è sufficente ascoltare le voci che si elevano giorno dopo giorno nei circoli e nelle federazioni di tutta Italia? Cosa necessita ancora?
E’ uscito per primo il nome di Barca, in verità, si è autoproposto come uomo di sinistra, memore del padre, ma dimentico di aver fatto il ministro a Monti, incredibile? Cuperlo a seguire, intelligente e forbito, Dalemiano diverso, incredibile, sa sorridere e ha la battuta pronta, tanto da guadagnarsi l’etichetta “diversamente dalemiano”. Ma anche lui, assieme ad altri 25 democratici, sulla mozione che chiedeva le dimissioni dell’allora sottosegretario Cosentino, accusato da una mezza dozzina di pentiti di essere un camorrista, si astenne. Così Cosentino si salva anche grazie a Cuperlo. Forse c’era qualche connessione per il voto seguito al Senato, dove alcuni giorni più tardi, fu bocciato l’arresto del dalemiano Tedesco? Chissà? In ultimo, quando c’è da difendere D’Alema è sempre in trincea, dieci anni fa attaccando la gestione dell’Unità di Furio Colombo, come poche settimane fa contro la Serracchiani che avevo scritto che D’Alema presidente della repubblica era impresentabile.
Berlusconi, dopo avere imposto il fido Catricalà sottosegretario alle Comunicazioni, ha imposto presidente della relativa commissione Matteoli. Mentre a presiedere la giunta delle immunità ha messo La Russa. A tutt’ora, mentre sto scrivendo, sappiamo che Nitto Palma, ex-guardiasigilli del governo B. e amico di Cosentino è stato bocciato due volte. Mentre, udite udite, “il Celeste-Formigoni” è sceso di nuovo in terra: braccia che ritornano all’agricoltura. E’ stato eletto presidente della commissione agricoltura per tenersi buona la Lega. Tralasciando Cicchitto agli esteri, Capezzone alle finanze ecc… il tutto con i voti del PD. B. vorrebbe anche essere eletto presidente della Convenzione (come da accordi, dice lui) sappiamo che spetta al PDL, avendo occupato il PD tutte le quattro più alte cariche dello stato. Ma quali sono i patti stipulati da Letta e B. nell’incontro clandestinocon lo zio Gianni. Lui lo ha voluto, lui ha scelto il Premier Nipote e i ministeri che contano. Intanto, le questioni che gli stanno a cuore, la giustizia, la TV, le autorizzazioni a procedere e le ineleggibilità, sono cosa sua. Doppia diga, al suo potere e ai processi. E come ha già fatto con Monti, al momento opportuno, toglierà la spina, proponendosi di nuovo come il “Salvatore”, grazie a chi?
Ma due mesi fa la parola d’ordine a Nonantola e in tutta Italia non era “mai con Berlusconi”. Due settimane fa “con B. per un governo di scopo di pochi mesi: legge elettorale e poi si ritorna a votare”. Ora è “con B. per un governo di legislatura e la riforma della Costituzione”
Ma non è finita: abbiamo fatto l’accordo sulla cancellazione dell’IMU, faremo i conti alle prossime elezioni, su quanti voti gli farà guadagnare, domanderemo ai nostri sindaci come faranno a mantenere i servizi, non contenti, su questo siamo stati scavalcati a sinistra, nientemeno che da un “estremista di sinistra” Sassuolese, attuale presidente di Confindustria, che tuona: Prima il lavoro. Tagliare l’Imu non è una priorità. Manca solo Totò, poi siamo al completo!
Termino con un paio di pensieri sul tanto “declamato” presidente del Senato, considerato, naturalmente a torto, rappresentante della società civile. Andatevi a leggere su internet (oppure su altri giornali, non certo l’attuale direzione dell’Unità) chi è e come si è comportato a Palermo e con GianCarlo Caselli, che avete ospitato nel vostro capannone, osannandolo, quattro anni fa.
1- Grasso come la Lega su: l’ius soli lanciato dalla vostra ministra quasi nonantolana, Cecile Kyenge, domenica dall’Annunziata su LA7.
“Starei attento a parlare di ius soli, perchè il rischio è di vedere una grande quantità di donne venire in Italia a partorire solo per dare la cittadinanza ai loro figli. Meglio uno ius soli, temperato dallo ius culturae. Non possiamo fare in modo che l’Italia diventi un Paese dove sbarcano le puerpere per ottenere la cittadinanza italiana dei figli”. Incredibile ma vero. Forse non merita anche lui come Borghezio una raccolta di firme per farlo dimettere dal Senato o per porre degli interrogativi al partito?
2- Lunedì era al funerale di Agnese Borsellino, martedì a quello di Andreotti, come dire, prima il dovere, poi il “piacere”. E lui come capo della procura di Palermo prima e poi della DDA, conosce bene gli atti del processo Andreotti. La sentenza di appello, confermata in Cassazione, stabilì che il reato fu “commesso fino alla primavera del 1980″. Lo salvò la prescrizione. Fu parlando del processo Andreotti che Berlusconi diede dei “matti , antropologicamente diversi dalla razza umana” a tutti i giudici. Fu allora che Violante, criticò l’ex amico Caselli per averlo processato e la Finocchiaro esultò per l’”inesistente” assoluzione. Anche i magistrati più furbi come Grasso si dissociarono e fecero carriera. Ieri le alte, medie e basse cariche dello stato che l’altroieri piangevano la morte di Agnese Borsellino, piangono la morte di Andreotti. Ma non è vero che fingano sempre: piangendo Andreotti, almeno, sono vere.
Ce ne sarebbe un terzo ancora più grave: provate a farvi spiegare dai “vostri” senatori, Guerra (attuale sottosegretario) e Vaccari, chi ha inviato, lui come presidente del Senato, a rappresentarci in Europa? Su proposta di Schifani… sarà una “incredibile” sorpresa…
In politica le nuove generazioni non hanno bisogno di maestri, ma di testimoni, nessuna predica, solo esempio. Abbiate paura dei trasformismi, ieri B. era il male, oggi va tutto bene, chi segue questa strada segue il potere, l’ambizione. No alle false sicurezze che illudono e rinchiudono in se stessi, che ti presentano i pacchetti già pronti. Meglio, allora una sana insicurezza, che è l’invito a prendere la vita nelle proprie mani accettando paure, dubbi, esitazioni, angosce. Meglio accoglierla come compagna sul cammino piuttosto che sbarrarle la strada. Solo così non saremo mai stanchi di camminare… verso il nuovo.

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