Lettera Rete Quarrata luglio 2012

L’evento di Rio+20, che ha ospitato capi di stato da una parte, e ambientalisti e movimenti sociali nella Cupola dei Popoli è stato una frustrazione. Nessun passo in avanti è stato fatto sugli impegni firmati a Rio Eco-92 e reiterati nella Carta di Johannesburg del 2010. Spettava ai governi mettere al primo posto i diritti di sostenibilità, benessere e progresso della società, intesi come dovere di garantire a tutti i cittadini servizi essenziali, per una migliore qualità della vita.

Modificare gli indicatori dello sviluppo, in modo da tenere conto dei costi ambientali, dell’equità sociale e dello sviluppo umano.
Con la scusa della “crisi” tutto è rimasto lettera morta. Anzi, hanno cercato di imporre le nuove tesi della “economia verde”, sofisma per nascondere la privatizzazione delle risorse naturali, come l’acqua, e la mercificazione della terra. Quando capiranno i governi che l’umanità non avrà futuro senza il cambiamento degli standar di produzione, con- sumo e distribuzione del reddito.

Quando capiranno che l’attuale paradigma neoliberista, di accumulazione crescente della ricchezza e produzione in funzione del mercato, e non delle necessità sociali, non porterà mai all’eliminazione della miseria, della disuguaglianza e della distruzione dell’ambiente.
Quando si ammetterà che, oggi, le maggiori minacce alla conservazione della specie umana e della natura sono le guerre, la corsa agli armamenti, le politiche neocolonialiste. Per noi italiani: che senso ha il disegno di legge delega di revisione dello strumento militare presentato dal ministro Di Paola che chiede 230 milioni di euro per le Forze Armate? Mobilitiamoci e firmiamo contro questa spesa assurda.

Quando si porrà un limite alla pubblicità commerciale, della sollecitazione a uno smisurato consumismo, della creazione di false necessità, in particolare quando ci si dirige a bambini e giovani.
Quando educazione e scienza saranno a servizio dello sviluppo umano e non del mercato.
Quando costruiremo una nuova etica del consumo che respinga i prodotti che derivano da pratiche ecologicamente aggressive, lavoro schiavo e altre forme di sfruttamento.

Quando un nuovo sistema democratico e partecipativo, che aggredisca le cause profonde della crisi e essere capace di presentare soluzioni reali che facciano della Terra un luogo promettente per le future generazioni.
Ho partecipato ad un evento organizzato dall’International Trade Centre di Ginevra, dove il centro della riflessione era: “Modelli di lavoro e di impresa che favoriscono l’inclusione dei poveri”.

Nella sala erano presenti alcune decine di “Catadores” -raccoglitori di materiali riciclabili, “fatto eccezionale”- mentre al tavolo della presidenza: Leonardo Boff, teologo, Gilberto Carvalho, ministro della presidenza del Brasile, Roberto Laureano da Rocha, coordinatore nazionale dei raccoglitori di materiali riciclabili, e altre personalità, coordinate e animate da Simone Cipriani, dell’ITC di Ginevra.

Un evento anomalo dove è stata data voce a chi fatica, a chi quotidianamente soffre e porta sulla propria carne i continui “oltraggi” del Mercato, delle leggi ingiuste. Uomini e donne senza alcuna protezione. Uomini e donne che sognano che non ci sarà più una guerra contro i poveri, ma contro la povertà, dove nessuno morirà di fame, perchè nessuno morirà d’indigestione.

Ascoltare Roberto, è stato un momento magico, la dignità si è trasformata in carne. Storie di uomini e donne forti che vivono il quotidiano, che hanno tesori insieme ai dolori, molte istruzioni per vivere, con un cuore aperto al futuro, dove si intravedono più spazi, più possibilità, più libertà, più incontri. Sentono che per loro c’è un avvenire., che la speranza è in azione. Roberto ha esposto le loro proposte. Adesso attendono la loro risposta.

Antonio Vermigli

 

19a Marcia per la Giustizia Agliana – Quarrata – Sabato 8 settembre 2012

Sarà lanciata l’iniziativa nazionale “Dichiariamo illegale la Povertà”

Saranno presenti: don Luigi CIOTTI, Gruppo Abele, Libera, Riccardo PETRELLA, Università del Bene Comune, Antonietta POTENTE, suora domenicana, Bolivia, Bruno AMOROSO, economista, Antonello MANGANO, scrittore e fondatore di terrelibere.org, Robin COUTURE, presidente di “Per un Quebec senza Povertà”

Poveri non si nasce, lo si diventa. La povertà é un “prodotto “ della società. Piuttosto che di poveri bisogna parlare di impoveriti. Negli anni ’50-’80 i paesi scandinavi sono riusciti a creare delle società senza poveri, perché lo hanno voluto e perché hanno creduto nell’uguaglianza tra tutti i cittadini rispetto al diritto ad una vita umana dignitosa. Negli Stati Uniti, invece, il numero di impoveriti non ha cessato di crescere (oggi supera i 50 milioni su 300) perché si tratta di una società fondata sulla disparità “naturale” tra i cittadini anche rispetto ai diritti umani e sociali formalmente riconosciuti.

“Dichiariamo illegale la povertà” significa batterci per mettere fuori legge le cause strutturali che generano ed alimentano i processi d’impoverimento di interi popoli, gruppi e categorie sociali. Fra le cause struttu- rali ci sono: le disposizioni legislative, come leggi o misure amministrative (nel campo del lavoro, relative alla fiscalità ed alle tasse, riguardo l’accesso ai servizi pubblici di base….).Istituzioni locali, nazionali, inter- nazionali, come gli istituti bancari specializzati nelle operazioni finanziarie speculative…. Le pratiche sociali collettive, come quella di pensare che “i poveri” rischiano di essere potenziali criminali più degli altri. Concretamente significa che in 5-6 paesi pilota del mondo cercheremo nei prossimi cinque anni di mettere fuori legge una o due leggi, una o due istituzioni, una o due pratiche sociali collettive che sono all’orgine dell’impoverimento, perché produttrici di processi di arricchimento ingiusto, ineguale e predatorio.

L’Italia é il primo paese dove prenderà avvio l’iniziativa nel 2013.

Il lancio avrà luogo l’8 settembre 2012 in occasione della 20^ Marcia per la giustizia Agliana-Quarrata promossa annualmente dalla Casa Solidarietà- Rete Radié Resch e Libera ai quali quest’anno aderiscono anche Università del Bene Comune (Milano – Bruxelles) e Ass. Monastero del Bene Comune (Verona-Sezano). Partecipa con noi alla marcia!

L’obiettivo di “dichiariamo illegale la povertà” è di ottenere nel 2018 a 70 anni dalla “Dichiarazione Universale di Diritti dell’Uomo”, l’adozione di una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che affermi la legittimità della messa fuori legge dei fattori che sono all’origine di una ricchezza ineguale, ingiusta e predatoria e quindi dei processi di impoverimento e di creazione dei poveri.

Le sole battaglie che si perdono sono quelle che non si combattono! Non si può accettare che oggi ci siano 3 miliardi di impoveriti ed accontentarci di “avere la fortuna”, come si dice, di….. non essere fra loro.
Per i promotori dell’iniziativa “dichiariamo illegale la povertà” vedi: www.monasterodelbenecomune.org

Note organizzative
Ritrovo ore 18,00 ad Agliana, Piazza Gramsci – Arrivo a Quarrata – Piazza Risorgimento ore 21
Per informazioni
Tel. 0573-750539-718591-717179
E-Mail: rete@rrrquarrata.itcasasolidarieta@rrrquarrata.it
Alle ore 17 è prevista la partenza da Quarrata di un autobus per Agliana al fine di portare i partecipanti che desiderano lasciare la macchina a Quarrata. Al termine della Marcia i bus navetta provvederanno a riportare ad Agliana i partecipanti
Chi è provvisto di sacco a pelo sarà ospitato presso il Palazzetto dello Sport di Quarrata g.c.

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