Arena di pace 2014

La guerra è il suicidio dell’umanità (Papa Francesco)

Solo la nonviolenza ci salverà (Mahatma Gandhi)

25 aprile 2014, all’Arena di Verona, una giornata di resistenza e liberazione.

La resistenza oggi si chiama nonviolenza.
La liberazione oggi si chiama disarmo.

Premessa

L’Italia ripudia la guerra, ma noi continuiamo ad armarci.

Crescono le spese militari, si costruiscono nuovi strumenti bellici.

Il nostro Paese, in piena crisi economica e sociale, cade a picco in tutti gli indicatori europei e internazionali di benessere e di civiltà, ma continua ad essere tra le prime 10 potenze militari del pianeta, nella corsa agli armamenti più dispendiosa della storia.

Ne sono un esempio i nuovi 90 cacciabombardieri F35, il cui costo di acquisto si attesta sui 14 miliardi di euro, mentre l’intero progetto Joint Strike Fighter supererà i 50 miliardi di euro; il nostro paese, inoltre, “ospita” 70 bombe atomiche statunitensi B-61 (20 nella base di Ghedi a Brescia e 50 nella base di Aviano a Pordenone) che si stanno ammodernando, al costo di 10 miliardi di dollari, in testate nucleari adatte al trasporto sugli F-35.

Gli armamenti sono distruttivi quando vengono utilizzati e anche quando sono prodotti, venduti,  comprati e accumulati, perché sottraggono enormi risorse al futuro dell’umanità, alla realizzazione dei diritti sociali e civili, garanzia di vera sicurezza per tutti.

Gli armamenti non sono una difesa  da ciò che mette a rischio le basi della nostra sopravvivenza e non saranno mai una garanzia per i diritti essenziali della nostra vita – il diritto al lavoro, alla casa e all’istruzione, le protezioni sociali e sanitarie, l’ambiente, l’aria, l’acqua, la legalità e la partecipazione, la convivenza civile e la pace; e inoltre generano fame, impoverimento, miseria, insicurezza perché sempre alla ricerca di nuovi teatri e pretesti di guerra; impediscono la realizzazione di forme civili  e nonviolente di prevenzione e gestione dei conflitti che salverebbero vite umane e risorse economiche.

Per immaginare e costruire già oggi un futuro migliore è indispensabile, urgente, una politica di disarmo, partendo da uno stile di vita disarmante.

Proposta

Per questo proponiamo la convocazione di una iniziativa nonviolenta nazionale: un grande raduno, di tutte le persone, le associazioni, i movimenti della pace, della solidarietà, del volontariato, dell’impegno civile,  che faccia appello non solo ai politici ma innanzitutto a noi stessi, chiedendo a chi vi parteciperà di assumersi la responsabilità di essere parte del cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.

Obiettivo

Scrollarsi dalle spalle illusioni e paure, rimettersi in piedi con il coraggio della responsabilità e della partecipazione per disarmarci e disarmare l’economia, la politica, l’esercito.

Primi firmatari (elenco provvisorio)

Alex Zanotelli, missionario comboniano
don Luigi Ciotti, Libera
Susanna Camusso, sindacalista
Carlin Petrini, gastronomo, fondatore di Slow Food
Paolo Beni, presidente Arci
Gianni Bottalico, presidente Acli
Francesco Vignarca, Rete Italiana Disarmo
Mao Valpiana, presidente Movimento Nonviolento
Pasquale Pugliese, Segretario Movimento Nonviolento
Cecilia Strada, Emergency
Maurizio Landini, sindacalista
Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo Greenpeace Italia
Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace
Lorenzo Fazzini, direttore EMI (Editrice Missionaria Italiana)
Renzo Fior, presidente Emmaus Italia
Efrem Tresoldi, direttore Nigrizia
Elisa Kidanè, direttrice Combonifem
don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi
Sergio Paronetto, vice presidente nazionale Pax Christi
don Albino Bizzotto, Beati costruttori di pace
Lisa Pelletti Clark, Beati costruttori di pace / Mayors for Peace
Licio Palazzini, presidente nazionale Arci Servizio Civile
Primo Di Blasio, presidente CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile)
Sergio Bergami, presidente Movimento Internazionale Riconciliazione
Eugenio Melandri, coordinatore “Chiama l’Africa”
Ugo Biggeri, Presidente Banca Popolare Etica
Goffredo Fofi, critico letterario e cinematorgrafico
Enrico de Angelis, critico musicale
Moni Ovadia, artista
Lella Costa, attrice
Marco Paolini, attore
Gianni Minà, giornalista
Ascanio Celestini, attore
Anna Bravo, storica
Natalino Balasso, attore
Agnese Moro, sociopsicologa
Gad Lerner, giornalista
Giulio Scarpati, attore
Caterina Casini, attrice
Carlo Facchini, musicista
Gherado Colombo, magistrato
Gianni Tamino, biologo
Marianella Sclavi, sociologa
Mauro Biani, vignettista
Antonino Drago, fisico
Enrico Peyretti, saggista
Sandro Canestrini, avvocato
Nicola Canestrini, avvocato
Michele Boato, Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”
Alberto L’Abate, presidente onorario IPRI- Rete Corpi Civili di Pace
Nanni Salio, Centro Studi Domenico Sereno Regis
Fabio Salviato, Società Europea di Finanza Etica ed Alternativa
Heinrich Grandi, Commercio Equo e Solidal
Luigina Di Liegro, Presidente Fondazione internazionale Don Luigi Di Liegro
Mario Lonardi, Movimento Laici America Latina
Edi Rabini, Fondazione Alexander Langer Stiftung
Wolfgang Sachs, Wuppertal Institut
Leonardo Magnani, Associazione Cultura della Pace
Christoph Baker, consulente ONG internazionali
Grazia Honegger Fresco, pedagogista, Il Quaderno Montessori
Sergio D’Elia, Nessuno tocchi Caino
Haidi Giuliani, comitato piazza Carlo Giuliani
Giuseppe e Raffaella Trabucchi, premio alla Passione Civile
Gianna Benucci, portavoce Associazione per la Pace
Rocco Pompeo, presidente Fondazione Nesi
Gianluca Solera, coordinatore delle Reti della Fondazione Anna Lindh, Alessandria d’Egitto
Enrico Maria Borrelli, Amesci
Martina Pignatti, Un ponte per….
Francuccio Gesualdi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Vecchiano
Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB (Fed. Italiana Amici della Bicicletta)
Filippo Thiery, meteorologo, Associazione Obiettori Nonviolenti
Lidia Menapace, partigiana, Comitato nazionale ANPI
Antonio Vermigli, direttore rivista “In dialogo”

2 commenti

  1. Gli armamenti non sono una difesa da ciò che mette a rischio le basi della nostra sopravvivenza e non saranno mai una garanzia per i diritti essenziali della nostra vita – il diritto al lavoro, alla casa e all’istruzione, le protezioni sociali e sanitarie, l’ambiente, l’aria, l’acqua, la legalità e la partecipazione, la convivenza civile e la pace; e inoltre generano fame, impoverimento, miseria, insicurezza perché sempre alla ricerca di nuovi teatri e pretesti di guerra; impediscono la realizzazione di forme civili e nonviolente di prevenzione e gestione dei conflitti che salverebbero vite umane e risorse economiche.

    Per tutto questo noi abbiamo a disposizione la nostra Costituzione. Gli articoli 2 – 3 e 53 sono la struttura portante, se applicati, per l’equità e la solidarietà. Se volete saperne di più visitate il sito dell’Associazione Articolo 53 composta da volontari ed esperti di Costituzione.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.