Lettera Rete di Quarrata – novembre 2016

Carissima, Carissimo,

non avendo potuto partecipare ai lavori del convegno dei Movimenti popolari in Vaticano -troverete una profonda riflessione di Claudia Fanti, redattrice di Adista- sul numero di dicembre della nostra rivista In Dialogo, oltre al discorso conclusivo di papa Francesco. Sotto, a seguire, gli incontri organizzati con Joao Pedro Stedile, che non ho potuto seguire, perchè impegnato in giro per l’Italia con Waldemar Boff, nostro referente del progetto Agua Doce. Serena Romagnoli, che ha coordinato e accompagnato Joao Pedro, ha scritto una breve riflessione sull’attuale situazione del Brasile e del Movimento Sem Terra nell’attuale congiuntura brasiliana e internazionale. Antonio

Il Movimento Senza Terra tra repressione e progetti di articolazioni nazionali e internazionali dei movimenti popolari

Il Brasile sta vivendo 4 gravi crisi, ha detto spesso Joao Pedro Stedile nei discorsi degli ultimi mesi. Una crisi economica, che è alla base di tutte le altre, una crisi sociale perché i problemi della popolazione non vengono risolti, una crisi ambientale perché c’è un’aggressione crescente del capitale nei confronti dei beni della natura senza misurarne le conseguenze. Esempio di quest’ultima crisi è il “crimine” di Mariana, la rottura delle dighe del deposito di rifiuti tossici dell’impresa Vale, nelle località di Fundão e Santarem, nel comune di Mariana, che ha prodotto – proprio un anno fa –  il maggior disastro ambientale della storia del Brasile. E  infine c’è una crisi politica, che è il risultato del fatto che  i capitalisti si sono appropriati della democrazia rappresentativa e – attraverso il finanziamento privato delle campagne – eleggono chi vogliono.  Il Parlamento quindi è completamente dissociato dalla volontà della popolazione ed è questo Parlamento che ha portato a compimento, alla fine dello scorso agosto,  un vero e proprio golpe istituzionale.

Il golpe

L’impeachment di Dilma Rousseff -che non ha motivazioni solide dal punto di vista giuridico- e il fango gettato sul PT (presentato dai media come l’unico partito corrotto del paese) sono frutto di un patto tra borghesia, parti della settore giudiziario e mezzi di comunicazione nelle mani delle elite. Le elite non hanno accettato la rielezione di Dilma nel 2014. Avevano fatto di tutto per mettere in crisi la sua leadership. Ma i 40 milioni di brasiliani sottratti alla miseria hanno pesato più dei forti limiti del suo governo (che non ha fatto, come i precedenti governi Lula, riforme strutturali) e della volontà della borghesia che, di fronte alla crisi, voleva riassumere il potere in prima persona, per rilanciare il progetto neoliberista e recuperare i propri margini di profitto, impadronendosi di tutte le risorse del paese, a cominciare dal giacimento del petrolio del pre-sal. Anche agli USA non piaceva un Brasile autonomo, che con i BRICS (Brasile, Russia,India, Cina, Sudafrica)  metteva in discussione i suoi interessi geostrategici e lavorava all’integrazione latinoamericana.

Le scelte del governo golpista

Il governo golpista di Temer sta portando avanti il progetto neoliberista tagliando le spese sociali e privatizzando. Una riforma costituzionale -la PEC 241- metterà un tetto, per 20 anni, alle spese del governo per i servizi pubblici,  con effetti drammatici su sanità e educazione. Lo stesso ministero che si occupava di Riforma Agraria è stato abolito e tutti i progetti che sostenevano i piccoli contadini e gli insediati sono stati fortemente ridimensionati o a rischio di totale chiusura.

La repressione dei -già da prima della concreta realizzazione del golpe- è ripresa in modo violento la repressione nei confronti dei movimenti sociali.

Il MST si è speso molto nel tentativo di organizzare la resistenza di fronte al golpe, in particolare con il Frente Brasil Popular. Il Frente, mettendo insieme forze diverse del campo e della città,  vuole stimolare la discussione di massa di un nuovo progetto che faccia uscire il paese dalle crisi dal punto di vista della classe lavoratrice, è impegnato nella formazione militante, e nel tentativo di organizzare mobilitazioni di massa.

Il Movimento sta subendo, per questo suo forte impegno, una vera persecuzione: arresti  e lunghe detenzioni ingiustificati,  tentativi di inquadrarlo nella legge relativa alle organizzazioni criminali, militanti uccisi in aree calde in cui le terre occupate fanno gola a grandi imprese come la Araupel, presente nella zona di Quedas in Paranà, quella della ex-fazenda Giacometti (vi ricordate la foto di Salgado con la catena del cancello spezzata?). Aziende che si  erano impadronite delle terre illegalmente. Le avevano grilade, come si dice in Brasile.

L’aggressione alla ENFF  (Scuola Nazionale Florestan Fernandes, quella che la Rete appoggia da diversi anni)

E’ di venerdì 4 novembre l’intervento di 10 macchine della polizia alla Scuola Nazionale Florestan Ferandes alla ricerca di militanti del Parana, accusati dei più vari misfatti, come quello di appartenere a una “organizzazione criminale”. I poliziotti sono entrati sparando ad altezza d’uomo contro la vetrata della segreteria della scuola. Il bibliotecario, un signore di 65 anni con il Parkinson è stato spinto a terra e si è rotto una costola.

Mentre in Brasile, a Guararema, vicino a San Paolo, succedeva questo, Joao Pedro Stedile stava partecipando a Roma al 3° Incontro dei Movimenti Popolari in dialogo con Francesco, di cui dalle origini, nel 2013, è stato uno dei principali organizzatori.

Il MST – che ha visto il giorno 5 convenire alla Florestan Fernandes 1000 persone di 36 paesi (e tra questi Lula) per portare la loro solidarietà – continua a lottare, organizzare, articolare a livello brasiliano e internazionale.

Organizzare reti mondiali e offrire ai giovani la possibilità di diventare protagonisti del cambiamento

Stedile, che ho accompagnato, dopo l’incontro con il Papa, a Mondeggi (Firenze), a Napoli con Zanotelli, a Rosarno parla della necessità di organizzare reti mondiali dei movimenti popolari, che vadano al di là delle “riflessioni” portate avanti con il papa.  Un grande incontro dei movimenti popolari di tutto il mondo (non di ong e dei “turisti politici”) dovrebbe realizzarsi a Caracas nell’ottobre del 2017, come sintesi di incontri continentali che ci saranno in America Latina, Africa, Medio Oriente e Asia nei prossimi mesi.

Durante l’iniziativa organizzata da SOS Rosarno, nel comune di Cinquefrondi, il dirigente del MST ha incontrato un gruppo di ragazze siciliane -arrivate qui per conoscerlo- di  “Contadinazioni” nato simbolicamente nel ghetto dei lavoratori stagionali di Campobello di Mazara (TP). Parlando con loro e vedendo il loro impegno e entusiasmo ha proposto  a una delle tre ragazze presenti -Franca, che ha il padre americano- di partecipare nei prossimi giorni alla ENFF alla parte conclusiva del corso per formatori di militanti in lingua inglese, perché si renda conto di come si fa formazione alla Scuola (a Mondeggi aveva proposto a giovani laureati in agronomia di andare a lavorare per un anno a sostegno di progetti in Venezuela e Haiti, dopo un periodo di formazione alla ENFF).

Quando Franca tornerà potrà – spera Stedile – con altri, farsi promotrice di un corso di formazione per militanti in Sicilia, con il supporto pedagogico del Movimento Senza Terra.

Serena Romagnoli

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