Papa Francesco a Lesbo

Interessante osservare che i grandi “Giornaloni”, ossia specialmente Corriere della Sera e Repubblica, non hanno seguito affatto l’evento. Sorpresa? Direi di no.

Antonio

papa Francesco a Lesbo

Sono qui per vedere i vostri volti, sono qui per guardarvi negli occhi. Occhi carichi di paura e di attesa, occhi che hanno visto violenza e povertà, occhi solcati da troppe lacrime. Chi ha paura di voi non vi ha guardato negli occhi. Chi ha paura di voi non ha visto i vostri volti. Chi ha paura di voi non vede i vostri figli. Dimentica che la dignità e la libertà trascendono paura e divisione. Dimentica che la migrazione non è un problema del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale, dell’Europa e della Grecia. È un problema del mondo» «E quante condizioni indegne dell’uomo! Quanti hot spot dove migranti e rifugiati vivono in condizioni che sono al limite, senza intravedere soluzioni all’orizzonte! Eppure, il rispetto delle persone e dei diritti umani, specialmente nel continente che non manca di promuoverli nel mondo, dovrebbe essere sempre salvaguardato, e la dignità di ciascuno dovrebbe essere anteposta a tutto! È triste sentir proporre, come soluzioni, l’impiego di fondi comuni per costruire muri.

Voi siete arrivati qui, ma quanti sono rimasti per strada? Vedendovi, vedo la sofferenza del cammino. È la storia di una schiavitù universale. La cosa peggiore è che ci si abitua. È una malattia molto grave. Vedo anche coloro che hanno dovuto tornare indietro, talvolta perché sono stati respinti, e che finiscono in un lager. Ci sono ancora oggi, i lager. Lo dico perché è mia responsabilità aiutare ad aprire gli occhi. È la guerra di questo tempo. Sono luoghi di detenzione, di tortura, di schiavitù. È la storia di questa civiltà sviluppata che si chiama Occidente. Fili spinati innalzati per non lasciar entrare coloro che vengono a chiedere la libertà, il pane, l’aiuto, la fraternità, la gioia, che fuggono l’odio e, invece, si trovano davanti un altro odio.

Non rassegniamoci ad un mondo diviso, andiamo verso una umanità senza muri di separazione, senza più stranieri, ma solo concittadini. Diversi, certo, e orgogliosi delle nostre particolarità.

È facile trascinare l’opinione pubblica istillando la paura dell’altro; perché invece non si parla delle guerre dimenticate e spesso lautamente finanziate, degli accordi economici fatti sulla pelle della gente, delle manovre occulte per trafficare armi e farne proliferare il commercio? Vanno affrontate

Il Mediterraneo sta diventando un freddo cimitero senza lapidi. Il Mediterraneo la «culla di tante civiltà, sembra ora uno specchio di morte». «Non lasciamo che il mare nostrum si tramuti in un desolante mare mortuum, che questo luogo di incontro diventi teatro di scontro! Non permettiamo che questo “mare dei ricordi” si trasformi nel “mare della dimenticanza”. Vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà!

 

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