Post-elezioni

30 marzo 2013
Il vostro rompi-scatole (padre Puglisi, prima di essere ammazzato dalla mafia, era solito andare a parlare ai ragazzi nelle scuole di Palermo. Si presentava nelle sale con una scatola di cartone vuota, dopo qualche attimo di smarrimento, i ragazzi gli chiedevano: a cosa le serve? Lui, la metteva gentilmente sul pavimento per poi soltarci sopra e romperla. Di fronte ai ragazzi attoniti iniziava la sua conversazione e si presentava dicendo: Sono: un “rompiscatole”. Non scrivo ciò per paragone, ma per dare valore ad un uomo molto, troppo dimenticato, e perché mi è sempre apparsa come una battuta simpatica, diretta, senza mediazione.
La situazione politica attuale è da “senza parole”. Ho cercato nel sacco, ho esplorato con stupido puntiglio il fondo, per vedere se mai fosse che tra i cordonosi grovigli delle cuciture la juta non ne nascondesse qualcuna: non ne ho travata una che è una.
Così sono senza parole. E del resto non ci sono parole per cantare il glorioso incanto di questo doppio miracolo: quello di un paese che dopo vent’anni di interessi privati, arricchimenti personali, corruttela, bolge sessuali, fallimento completo nell’azione di governo vota al 30% per una destra scandalosa; quello di un Paese che, vota al 30% la coppia comico-guru.
Prima domanda: chi ha giocato bene la sua partita? Chi sono i suonatori di pifferi, e così condurre, trascinando nel baratro, la politica italiana?
Sono sfinito dall’ascoltare il ciarpame politico di queste settimane, dalla cecità di chi finge di credere che la mandria grillina, che ha “scoperchiato” la pentola della politica, possa accettare un comune disegno.
Il M5S, un miracolo non diverso dal berlusconismo che di nuovo oggi stringe alla gola, una massa che non si immaginava così smisurata. Di fronte a ciò cosa si doveva e si deve fare?
Bersani ha giocato la carta dell’ipotetica spaccatura dei gruppi parlamentari, facendo errori talmente evidenti che i “falsi giovani” di cui si è circondato non hanno avuto la capacità di consigliarlo. Siamo ancora nell’era del “Capo”.
1- parché invece di spaccarli sulla candidatura a presidente del senato di Grasso (vorrei qui spiegare chi è, mi astengo, lo farò eventualmente se sollecitato, ma non posso non ricordare la sua telefonata alla trasmissione di Santoro sulle analisi di Travaglio sul suo conto. Chi si comportava così: Berlusconi! Lo ha voluto emulare,ma ha fatto solo il “Berluschino”. La seconda carica dello stato che si abbassa a tanto, a tanto da rifiutare poi un confronto. E’ questa la novità che abbiamo portato?) non ha proposto al M5S la presidenza, come primo atto “reale” di essere credibile per un inizio di cambiamento? Tutti sappiamo chi è attualmente in Italia il primo partito? Il M5S! Il PD ha vinto alla Camera come coalizione non come partito!
Grillo aveva detto che un governo Bersani non l’avrebbe mai appoggiato. Questa mossa poteva aprire la “possibilità” di un dialogo. Niente avanti tutta, ma dove?
Ricordiamoci che quando trionfa la seduzione del capo carismatico, la ragione effettiva dello scacco della politica è sempre nella mancanza di una sinistra di popolo capace di dare rappresentanza ad un mondo subalterno. Grillo e riuscito a saldare le istanze del ceto medio cognitivo -rete, partecipazione dialogica, sensibilità ambientale- con l’immaginario dei ceti popolari -lotta ai costi, agli sprechi, ai potenti degli apparati… sic. La sinistra si è illusa sulla capacità salvifica dei gazebo e ha trascurato lo spirito di ribellione contro le forme della politica e il bisogno di una radicale rottura con le politiche europee che in nome del rigore spegnevano la vita delle persone.
Se non si rimette subito in campo una autocritica effettuale della sinistra, non è possibile dare una forza di massa alla lotta contro le fasulle scorciatoie dei caricaturali populismi di questo nostro terzo millennio.
Più che la forza del comico capace di incantare urlando contro partito e sindacati é la debolezza della sinistra nella cura dei ceti popolari a dover preoccupare circa le sorti della democrazia.
Ricordo di avere letto questa statistica sul voto operaio: 48% al M5S, 28% al PDL, 21% al PD!
Riguardo a noi, al PD, mio dio, noi che nemmeno per un secondo abbiamo capito -immobili nelle nostre certezze- quanto fossimo lontani dal mondo nel quale tuttavia viviamo. La mazzata è stata da tramortire. Non ci resta che la via di un radicale rinnovamento, che incida anche su una dirigenza supponente, finalmente da liquidare.
Anche qui da noi in Toscana, nel silenzio del paludoso potere, dalle muffe politiche é nato un fungo che rappresenta circa il 25% delle persone, impensabile, incredibile ma reale. La società, sta cambiando, la Toscana è cambiata, continuare a tenere la testa sotto la sabbia per vivere di rendita, forse per un’altra legislatura dove può portare?
Termino augurandovi una buona Pasqua, e prendendo a prestito dal papa Francesco ciò che mi ha colpito più di tutto tra le tante sue dichiarazioni “novità”: rivolgendosi alla gerarchia, ai parroci, gli ha esortati a “pascere” la loro pecore, che non significa portarle stupidamente al pascolo, a mangiare, ma averne cura, avere attenzione, condividere, renderle partecipe fino a “contaminarsi con il loro odore”.
Buona Pasqua.

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