Anche nel nostro Paese fa presa la teoria del complotto. Social e partecipazione femminile. Attrazione per la destra sovranista e negazione del Covid. Una mappa per orientarsi

a cura del Gruppo di lavoro “Patria” su neofascismo e web (*)

Oramai sono in molti ad essersi occupati del fenomeno QAnon. Non c’è grande quotidiano o rivista che non ne abbia più o meno estensivamente parlato e si è più volte affacciato in tv, anche in qualche programma generalista.
Fenomeno nato nel 2017 e rimasto confinato all’interno degli Stati Uniti fino a tempi recenti, durante il 2020 è improvvisamente dilagato su scala globale.
Gli infatuati di questa fantasia complottista – la chiameremo così, ma la reale definizione del fenomeno complesso chiamato QAnon è tutt’altro che facile – sono presenti dal Sud Africa al Giappone, dalla Nuova Zelanda all’Argentina ma principalmente in Europa. Nel nostro continente ha preso piede con particolare forza nel Regno Unito, in Germania ed Olanda.

Al di là delle incredibili premesse da cui si sviluppa, è interessante indagare QAnon, come molta parte della politica proveniente dall’estrema destra e non solo, per l’influenza che è in grado di esercitare: il fatto che le idee di base siano completamente assurde non significa che non ci siano delle conseguenze ben tangibili sulla società.

Discuteremo qui, in maniera del tutto analoga a quanto fatto per l’estrema destra, della presa che QAnon ha in Italia.

Cosa è QAnon

Come appena accennato, dare una definizione precisa e completa di quel che in tre anni è divenuto QAnon è davvero difficile.
A partire da quando nel 2017 un utente anonimo che si firma semplicemente “Q” ha iniziato a lasciare messaggi più o meno criptici su forum anonimi, QAnon – il gruppo di persone che seguono Q – è divenuto un centro di gravità per una lunga serie di teorie del complotto, alcune preesistenti, altre formatisi come sua conseguenza e altre ancora attratte nella sua orbita pur nascendo altrove. Di fatto è divenuto una sorta di super-teoria a carattere complottista.

Riassumendo il più possibile: Q è, agli occhi di chi lo segue, una sorta di agente sotto copertura che ha accesso a informazioni riservate e che chiama alla lotta contro una rete di potenti chiamata Cabal, una congrega di satanisti che soggioga il mondo tramite varie emanazioni del “deep state”, ovvero Stati ombra che gestiscono il potere reale all’interno delle principali nazioni. Sebbene vi siano pesanti indizi su chi abbia iniziato tutto questo, la vulgata qanonista vuole che Q sia in realtà John Fitzgerald Kennedy Jr., figlio dell’omonimo presidente e morto nel 1999, che ha usato lo stratagemma dell’incidente aereo per entrare in clandestinità, combattere Cabal e infine vendicare il padre.
Q è di fatto un vero e proprio oracolo che dissemina continuamente “gocce” o “briciole” di conoscenza da interpretare, come se fosse un gioco — per quanto ci siano fondati motivi di ritenere che spesso non siano altro che insiemi di lettere casuali — così da rendere partecipi i propri seguaci di un’epica battaglia che porterà al risveglio dell’umanità e alla vittoria.

Un fotomontaggio con Hillary Clinton proveniente da un video poi rimosso da YouTube

Cabal è composta dai maggiori politici del Partito Democratico statunitense, vari personaggi molto in vista della stampa, dell’economia e dello spettacolo e normalmente include nomi come Hillary Clinton, Bill Gates, George Soros, Céline Dion o Marina Abramovic. I membri di Cabal rapiscono, violentano e mangiano numerosissimi bambini, inoltre li imprigionano in rifugi sotterranei per estrarre dai loro corpi l’adrenocromo, una droga che garantisce benessere e l’immortalità.

Oltre a Q, l’eroe di punta che combatte contro questa rete luciferina, impossessatasi del mondo nel 1963 uccidendo JFK, è Donald Trump. L’ormai quasi ex presidente degli USA si è mosso per anni sotto copertura, fingendo comportamenti spregiudicati e stringendo amicizie con vari personaggi del potente gruppo di pedofili cannibali allo scopo di infiltrarli. Trump adesso sta combattendo una battaglia del Bene contro il Male per liberare l’intero pianeta da questo giogo maligno, le uniche strutture sostanzialmente sane sono alcuni corpi speciali dell’esercito americano.

È inevitabile notare che le radici della narrazione di QAnon siano quelle della cosiddetta “accusa del sangue“, persistente per secoli, che accusa gli ebrei di rapire bambini cristiani per berne il sangue e consumarne le carni. Nel tempo questa diceria infondata ha causato linciaggi e pogrom ed è stata naturalmente usata durante il regine nazista per alimentare i sentimenti antisemiti dei cittadini tedeschi.

A chi incontra QAnon per la prima volta, con la sua trama romanzesca così adatta ad un film d’azione o ad una web serie, una cosa del genere può far sorridere. La stampa spesso si sofferma solo sugli aspetti grotteschi, ne produce un ritratto eccessivo, di fatto favorendo un declassamento a macabra bizzarria priva di senso e una sua sottovalutazione.
Qui invece cercheremo di sostanziare il perché esistano elementi di reale preoccupazione, di come ci siano più livelli di adesione a QAnon e la capacità versatile di far filtrare alcuni temi al di fuori del proprio ambiente.

Ma davvero credono a queste cose folli?

Sì e no.
Essendo un fenomeno ampio negli Stati Uniti ma ancora marginale in Europa le ricerche nel nostro continente devono ancora mettere a fuoco bene alcuni fattori.
Esistono però già alcune indagini interessanti, ad esempio nel Regno Unito, il sondaggio effettuato su 2000 persone da Hope Not Hate, gruppo che si occupa di estremismi di destra.

Il risultato più eclatante è che un inglese su quattro crede che “i culti satanici segreti esistano e che siano composti da persone appartenenti a influenti élite” e questa percentuale sale fra i più giovani: il 33% nella fascia di età 25-34 anni, arrivando al 35% nella fascia 18-24 anni. Sebbene tale credenza sia diffusa da ben prima dell’apparizione di QAnon e che quindi possa non essergli collegata direttamente, questi dati fotografano un ambiente favorevole al diffondersi delle teorie più estreme.

Quando invece interpellati direttamente sul fenomeno QAnon solo il 18% degli intervistati ha piena contezza del fenomeno e l’8% lo sostiene esplicitamente, con metà di queste persone che si qualificano come sostenitori “soft” e l’altra metà come forti sostenitori.
La situazione è dunque in parte diversa da quella degli Stati Uniti, dove troviamo un 6% di persone che si autodefiniscono forti sostenitori e un 12% di sostenitori parziali.

Lo stemma del Presidente USA circondato da quello di vari corpi militari d’élite

È però bene considerare che, come sempre, le cose non sono così nette, ad esempio in un’altra indagine su cittadini USA il 62% dei sostenitori di QAnon dichiara di credere che i “politici del Partito Democratico e le star di Hollywood siano parte di una rete globale che tortura e abusa sessualmente di bambini in riti satanici”. D’altra parte questi numeri potrebbero essere comunque sovrastimati. Infatti nello stesso sondaggio si chiede se sia la prima volta che ci si imbatte nell’ipotesi di questa rete globale satanista: coloro che credono nell’ipotesi e che già ne avevano notizia sono in realtà il 38% dei QAnon.
Se ne deduce che dichiararsi sostenitori di Q non automaticamente implica il credere letteralmente alle teorie più assurde collegate.

Innanzitutto è da notare come il fenomeno QAnon sia nei fini una fantasia autoritaria, con un unico uomo del destino, Donald Trump, che porta salvezza attraverso azioni mediatiche e militari. Dando una lettura di carattere metaforico e non letterale a tutta la narrazione, QAnon è evidentemente materiale destinato ad incontrare le attese di chi trova accettabile o necessario uno scontro violento con le istanze progressiste — se non meramente democratiche — della società.

Il numero 17 è un riferimento a QAnon, che ha iniziato le sue attività nel 2017. La numerologia ricorre in QAnon così come in vari altri ambiti complottistici

Esiste quindi un approccio “razionale” alla narrazione QAnon, che non è però meno preoccupante visto che in ogni caso, come scrive Wu Ming 1 con un articolo in due parti su Internazionale, “QAnon non è un movimento contro la violenza sui minori, ma una fantasia sull’instaurazione di un regime totalitario e lo sterminio dei nemici“.

E se coloro che credono ciecamente e letteralmente alla lotta fra Trump e Cabal sono una minoranza, è bene sottolineare come nei soli Stati Uniti il numero di quanti  reputano le teorie per lo meno parzialmente vere è, probabilmente, nell’ordine dei milioni.

QAnon ha alcune caratteristiche attrattive fortemente simili a quelle di un culto escatologico, ne ha allo stesso tempo altre tipiche dei meccanismi di “ludicizzazione” o di alcuni videogiochi. E se nasce, cresce, si espande all’interno del web e in particolare dei social network non vuol dire non abbia ricadute gravi anche al di fuori di internet: ha ispirato o contribuito ad ispirare azioni violente, armi in pugno. QAnon è stato dichiarato dall’FBI come “potenziale minaccia di terrorismo interno”. L’esempio più vicino a noi è la strage di Hanau in Germania, dove il 19 febbraio 2020 un estremista di destra assorbito da vari complottismi – fra cui QAnon – ha ucciso, oltre a se stesso, 10 persone e ne ha ferite 5.

Per iniziare ad approfondire alcune delle suggestioni che rendono funzionante QAnon è possibile scorrere il recente articolo su Query, rivista del CICAP, “Il complotto di QAnon: perché funziona?“.

(*) Leggi qui l’articolo completo tratto da https://www.patriaindipendente.it/

La “bottega” consiglia anche: “Il frullato della cospirazione del grande Reset” – di Naomi Klein(del 9 dicembre) – Fonte: Znet Italy