Spariamo i poveri su Marte – di Gianluca Cicinelli

Molti si chiedono perchè andiamo su Marte. Ovvero, nell’epoca dei social, la domanda viene declinata con l’accento populista che porta l’utente a chiedersi perchè spendiamo tanti soldi, che potrebbero essere destinati ai più poveri o ad altre emergenze che certo non mancano. Io personalmente temo che un giorno i poveri vengano direttamente sparati su Marte come cavie della nuova colonia, ma sono cresciuto in un mondo in cui era tutto colpa della Cia e del Kgb e quindi ho una visione proto complottista della vita, per cui l’unica altra ipotesi che intravedo, al contrario, è che su Marte scapperanno i ricchi dopo aver finito di rendere invivibile la Terra. Fate voi, comunque la domanda vera non è se e perchè i governi mandano spedizioni su Marte, tanto ce le mandano comunque, ma perchè noi disgraziati non dovremmo giocare a guerre stellari insieme a un JoeBiden o a uno XiJiping? Stephen Hawking ce l’ha insegnato, chiedere la luna non è reato. Sono certo che lo pensi anche Daniele Barbieri o almeno così semba di capire in questa sua recensione sul libro di Wu Ming ProletKult.

Preoccupati dall’accusa, che ne minerebbe definitivamente la credibilità, d’inseguire la fantascienza, i complottisti trascurano le domande reali e scientifiche che ci ha lasciato il grande fisico britannico e che vanno molto oltre il complotto, vanno molto oltre l’ipotesi del microchip nel vaccino anticovid per collegare il 5G al cervello. La parola esatta è colonizzazione. Noi andiamo su Marte, forse più umilmente cominceremo con la Luna, perchè la Terra potrebbe presto diventare invivibile, dove per presto intendiamo duecento anni circa. Temo che a noi, che al massimo del nostro sforzo tecnologico rubiamo le password di Netflix agli amici, sarà precluso questo dibattito futuro, dunque proviamo a svolgerlo adesso. E’ reale la possibilità di colonizzare lo spazio? Sì. I motivi sono essenzialmente due: conservazione della specie e lo sfruttamento delle risorse simili a quelle terrestri che si trovano nello spazio. Elon Musk, che ha un conto in banca che attrae i soldi che gli si avvicinano come uno dei buchi neri descritti da Hawking, lo chiama “piano di riserva per l’umanità”.

A noi qui interessa il tema della conservazione della specie. Sempre ammesso che ne valga davvero la pena. Il cambiamento climatico per la prima volta ha costretto i riccastri non tanto a capire quanto sono stronzi, di quello se ne vantano, ma che anche per loro potrebbe arrivare la fine. Non è un caso che i viaggi spaziali si siano intensificati da poco dopo un lungo periodo di latenza seguito alla conquista della Luna. E i privati sono entrati in azione, tra questi appunto Musk che tra una canna e l’altra con SpaceX ha dimezzato i costi dei viaggi. Anche Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, ha fondato una società spaziale, la Blue Origin, che ha come scopo il trasporto di pesanti quantità di materiale fuori dalla Terra per le stazioni spaziali che verranno costruite. Colonizzazione per l’appunto. In questo momento su e intorno a Marte ci sono tre missioni in corso: Hope, degli Emirati Arabi Uniti, Tianwen-1, cinese, dovrebbe far scendere una sonda sul pianeta rosso nella imminente primavera, Mars 2020, Usa, con il rover Perseverance già attivo sul suolo marziano.

L’acqua su Marte è già un dato acquisito, semmai queste missioni cercano un luogo dove ce ne sia tanta, abbastanza da poter essere usata per la presenza futura di esseri umani. Questi primi esseri umani dovranno essere per forza ingegneri, scienziati, tutti coloro che potranno costruire basi materiali per costruire le condizioni di una vita futura. Ma realisticamente quante persone potranno un giorno abitare Marte o la Luna tutti insieme? E soprattutto chi sarà disposto a perdere certamente l’integrità fisica come la conosciamo adesso? Ci spiega la mia quasi omonima Ilaria Cinelli, scienziata fiorentina che ha guidato otto missioni internazionali che riproducevano le condizioni di vita su Marte, «Bisogna allenarsi sia con la prospettiva di andare su un pianeta sul quale nessuno è mai stato e oltre a questo allenarsi a diventare disabile. Mi spiego: l’adattamento umano su Marte ti porta inevitabilmente ad avere delle disabilità, è molto difficile mantenere performance elevate con l’adattamento umano su Marte. Ad esempio la vista sarebbe molto probabilmente diminuita se non danneggiata completamente» ).

La Cinelli individua il problema principale della colonizzazione dello spazio, la necessità cioè di una strettissima collaborazione tra nazioni che qui sulla terra sono nemiche. Senza andare lontano prendiamo gli Usa e la Cina, con il loro carico di segreti e spionaggio sia industriale che di alta tecnologia, esasperato al punto di elaborare reciproche sanzioni ed espulsioni di diplomatici non da Marte ma dai loro Paesi. Per coesistere su Marte o sulla Luna avranno bisogno di fidarsi uno dell’altro, cosa auspicabile ma di difficile previsione. Poi una volta inviate le prime colonie umane come si disegnano i confini? Si faranno guerre spaziali per stabilire la linea di demarcazione tra ChinaMarte e e UsaMarte? Vi suggerisco come lettura sull’argomento di Cobol Pongide, “Marte oltre Marte. L’era del capitalismo multiplanetario”, DeriveApprodi

Abitare sulla Luna e su Marte sarà un privilegio o una punizione? Cioè ci manderanno i migliori o i peggiori, sarà una colonia penale da cui non si può fuggire o un’eccellenza di urbanesimo universale tipo una Dubai per tutti sotto una bolla tipo plexigas (a me Dubai non piace, ma stereotipiamo il senso del bello per cafoni arricchiti)? Aria, acqua, energia e cibo ce li portiamo da casa o li troviamo dopo che una colonia penale di diecimila autori dei più orrendi crimini sulla terra imprigionati su Marte avrà scavato per noi sul pianeta rosso? In questo percorso dove è difficile comprendere il confine tra fantascienza e scienza va segnalato uno studio della Planetary Science Division della Nasa secondo cui uno scudo magnetico tra Marte e il sole permetterebbe al pianeta rosso di ricostituire e conservare la propria atmosfera, innescando una serie di effetti positivi per l’abitabilità creando una una magnetosfera artificiale intorno al pianeta.

Nonostante l’apparente irrealismo della proposta nella sua messa in opera, il progetto ci racconta un dato di fatto: se Marte verrà colonizzato per la vita degli umani dovrà per forza essere modificata l’atmosfera. La conseguenza è semplice. Ricomincerebbe su Marte la stessa fase di distruzione sistemica che si è verificata e prosegue sulla terra di un equilibrio naturale. Quindi per modificare un pianeta senza rompere definitivamente gli equilibri dell’universo alla fine non ti resta che modificare gli umani e il loro comportamento. E questa è veramente fantascienza.

(Un piccolo consiglio di lettura è “Noi marziani” di Phlip K Dick, Fanucci. E’ la storia della lotta di un bambino autistico contro il capo del sindacato degli idraulici, che sul pianeta rosso ha in mano l’acqua, cioè la risorsa vitale. Siamo sicuri che sia fantascienza o Dick stesso era in realtà un vero John Titor viaggiatore del tempo?).

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