Il sangue delle vittime della tragedia di Mariana è sangue Sem Terra

1. E’ trascorso un mese dalla tragedia di Mariana (MG)

05/12/2015 De José Coutinho Júnior
Cinque dicembre 2015.
Le sirene suonano nelle città di tutto il paese. Non per avvisare la popolazione di una tragedia imminente ma per ricordare che un mese fa è avvenuta la maggior tragedia ambientale del paese nella città di Mariana  (MG). Le manifestazioni di “un minuto di sirene” sono state organizzate per ricordare che, in quel giorno non c’erano sistemi installati per avvisare la popolazione coinvolta.
Sono esattamente trenta giorni che le dighe di   Fundão e Santarém, che erano sotto la responsabilità dell’impresa  Samarco (il 50% delle sue azioni appartengono alla Vale e l’altra metà all’australiana BHP Billiton), si sono rotte.
Il distretto di Bento Rodrigues, a Mariana, è stato completamente sotterrato dal fango tossico della diga. L’ultimo bollettino divulgato dalla Prefettura di Mariana segnala che 12 persone sono scomparse e conferma 11 morti. Decine di persone sono ferite fisicamente e psicologicamente e molte sono abbandonate a se stesse.
Non sono morte solo delle persone. Il fango tossico delle dighe (62 milioni di metri cubi, equivalenti a 62 miliardi di litri nel distretto di Bento Rodrigues) ha ucciso piante, animali e il Rio Doce. Il fango è già arrivato a  Espírito Santo, e le previsioni più ottimistiche dicono che saranno necessari decenni per recuperare i danni provocati dall’evento. Il Pubblico Ministero di Minas Gerais e il governo federale stanno facendo pressioni sulla Samarco-Vale perchè presenti piani per contenere il fango, porre rimedio ai danni ambientali e offrire condizioni di vita dignitose alle persone coinvolte. La multa per le imprese è di 20 miliardi di reais.

2. “Il sangue delle vittime della tragedia di Mariana è anch’esso sangue Sem Terra!”
I giovani del MST e dei movimenti popolari hanno fatto un intervento alla Camera dei deputati a Brasilia (il 25 novembre) per rigettare la proposta di un nuovo codice per le attività minerarie.
“L’attività mineraria distrugge, lo Stato fa la guerra; il sangue delle persone colpite è sangue Senza Terra!” gridavano i manifestanti che si sono ricoperti il corpo di argilla e hanno gettato fango in terra per ricordare la tragedia di Mariana.
I giovani hanno denunciato che chi commette terrorismo contro il popolo sono le grandi imprese come la Vale e la Samarco (riferendosi al Progetto di Legge Antiterrorismo).
I manifestanti sostengono che il Codice di Minerazione rende ancora più flessibile lo sfruttamento dei minerali in Brasile. Il relatore della Commissione Speciale per il Codice ha ricevuto più di due milioni di reais per la sua campagna elettorale nel 2014. La Vale ha investito più di 22 milioni nelle campagne elettorali e nella commissione speciale composta da 27 deputati titolari. Solo 4 non hanno ricevuto finanziamenti. 5 giovani sono stati arrestati in seguito all’intervento alla Camera.

3. L’Onu richiama il Brasile: il disastro ambientale di Mariana è inaccettabile
“E’ inaccettabile che informazioni sui rischi tossici della catastrofe siano state divulgate solo dopo tre settimane”LaPresse/Reuters
L’Onu ammonisce il Brasile a causa del gravissimo disastro ambientale del 5 dicembre  causato dal cedimento di due dighe di una miniera di ferro a Mariana, nello Stato di Minas Gerais: secondo esperti in diritti umani delle Nazioni unite, le misure prese finora dal governo e dai diretti responsabili per l’incidente sono “chiaramente insufficienti”. “E’ inaccettabile che informazioni sui rischi tossici della catastrofe siano state divulgate solo dopo tre settimane”, hanno scritto in una nota gli specialisti John Knox e Baskut Tuncak, i quali hanno accusato soprattutto la brasiliana Vale e l’anglo-australiana Bhp, i due colossi della minerazione proprietari della Samarco, la compagnia di estrazione a cui fa capo la miniera. E ancora in questi giorni distese di fango, venefico causato dal crollo delle dighe, stanno ricoprendo i territori colpiti anche per centinaia di km: il flusso di residui è ormai arrivato anche sulla costa di Espirito Santo, dopo aver percorso oltre 600 km, inquinando tutto il fiume Rio Doce e facendo devastazioni di piante e pesci lungo il suo percorso. Arrivato praticamente sulla costa, si teme ora che possa danneggiare anche la flora e la fauna oceanica.

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