Lula candidato

Il giorno 15 agosto 2018 scadeva il termine per la registrazione delle candidature alla presidenza della Repubblica nelle elezione generali del 7 ottobre 2018 in Brasile. L’ex presidente Lula è stato registrato nel TSE/Tribunale superiore elettorale in Brasilia come candidato del collegamento “Il popolo di nuovo felice” che riunisce il PT/Partito dei lavoratori, il PCdB/Partito comunista del Brasile  e il Pros/Partito repubblicano di ordine sociale. Una enorme partecipazione di cittadini e cittadine ha presidiato la sede del TSE a Brasilia  per vigilare sulla consegna della richiesta di registrazione. Il 14 agosto il New York Times aveva pubblicato in prima pagina una lettera di Lula in cui egli difendeva, una volta di più, la propria innocenza e denunciava la persecuzione giudiziaria contro di lui a fini politici. Intanto gli altri gradi del potere giudiziario si mobilitano immediatamente  per impedire, illegittimamente, la candidatura di Lula con prese di posizione pubbliche non consone alla irrinunciabile imparzialità di tale potere: in particolare la pratica di Lula è “caduta” nella mani del ministro del STF Luíz Roberto Barroso, la presidenza del TSE   è passata alla ministra  Rosa Weber, mentre la procuratrice generale della Repubblica Raquel Dodge esprime valutazioni previe. Per riprendere le parole dell’ex ministro della giustizia Eugênio Aragão: «Oggi è stato un giorno in cui la società ha detto no a tutte le manovre che sono state fatte per allontanare Lula dall’urna. … Chi lo allontanerà (da essa) fatalmente dovrà rendere conto alla storia».

Migliaia di persone “registrano” Lula come candidato
di Leonardo Fernandes
Per la prima volta nella storia del Brasile, un candidato a presidente è registrato in compagnia di migliaia di brasiliani e brasiliane. Oggi 15 agosto circa 50.000 persone si sono concentrate  a Brasilia per protocollare la registrazione della candidatura dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva alla Presidenza della Repubblica per il PT/Partito dei lavoratori. La consegna della richiesta di registrazione presso il TSE è stata fatta da una commissione guidata dalla presidente del PT, senatrice Gleisi Hoffmann, dall’ex presidente Dilma Rousseff, dal candidato alla vice presidente della lista Fernando Haddad, ex sindaco di San Paolo, e la partner del collegamento, la deputata federale del PCdB Manuela D’Avila. Fra i manifestanti, hanno preso parte all’atto oltre cinquemila lavoratori rurali che hanno camminato per più di 50 chilometri negli ultimi giorni, raggiungendo la capitale federale.

Fonte: Brasil de Fato

 

Lettera di Lula dopo la registrazione della candidatura

Compagni e compagne,

oggi ho registrato la mia candidatura alla Presidenze della Repubblica, dopo che il mio nome era stato approvato nella convenzione del PT e con la certezza che posso fare molto per togliere il Brasile da una delle peggiori crisi della storia.

A partire da questa approvazione del mio nome da parte delle compagne e dei compagni del PT, del PCdB e Pros ho il diritto di disputare le elezioni.

Un anno, un mese e tre giorni fa  Sérgio Moro ha usato la sua carica di giudice per compiere un atto politico: mi ha condannato per la pratica di “atti indeterminati” per cercare di escludermi dalla elezione. Ha usato una “fake new” prodotta dal giornale O Globo al riguardo di un appartamento a Guarujá.

Da  allora il popolo brasiliano attende, invano, che Moro e gli altri giudici che hanno confermato la mia condanna in seconda istanza, presentino una qualche prova materiale del fatto che io sono il proprietario di quell’immobile.

Che dicano quale è stato l’atto che ho compiuto per giustificare una condanna.

Ma quello che vediamo, giorno dopo giorno, è la rivelazione di fatti che solo confermano un agire illegittimo di agenti del Sistema di Giustizia per condannarmi e tenermi in prigione.

Si è giunti al punto che una decisione di un giudice di seconda istanza che ristabiliva la mia libertà non è stata attuata per indicazione telefonica data da Moro, dal presidente del TRF4/Tribunale regionale federale della quarta regione  e dalla procuratrice Generale della Repubblica al Direttore Generale della Polizia Federale.

Come difendere la legittimità di un processo in cui cospirano contro la mia libertà dal giudice di prima istanza alla Procuratrice generale della Repubblica?

Sono vittima di una caccia giudiziaria che è già registrata nella storia.

Sono certo che se la Costituzione Federale e le leggi di questo paese avessero qualche valore sarei assolto dalle Corti Superiori.

L’aspettativa che i ricorsi presentati dai miei avvocati portino alla mia assoluzione nel STJ/Superiore tribunale di giustizia  o nel STFè quanto basta, secondo la legislazione brasiliana, per allontanare qualunque impedimento perché io possa concorrere.

Non sto chiedendo nessun favore. Voglio solo che i diritti che sono riconosciuti dai tribunali  a favore di centinaia di altri candidati da anni siano anche riconosciuti per me. Non posso accettare giudizi caso per caso o di eccezione.

Il Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha già emesso una decisione che diffida lo Stato brasiliano dall’ arrecare danni irreversibili ai miei diritti politici, ciò che rafforza la impossibilità di impedire che io disputi le elezioni nel 2018.

Voglio che il popolo brasiliano possa decidere se mi darà la opportunità di riparare, insieme a lui, questo paese.

A partire da domani ci sparpaglieremo nel Brasile nelle strade, sul lavoro, nelle reti sociali, ma soprattutto guardando le persone negli occhi, per ricordare che questo paese un giorno è stato felice e che dei più poveri era tenuto contro nel bilancio dell’Unione come investimento, e non come spesa.

Ognuno di voi dovrà essere Lula facendo campagna nel Brasile, ricordando al popolo brasiliano che nei governi del PT il popolo lavoratore ha avuto più lavoro, salari più elevati e migliori condizioni di vita.

Che un nordestino che abita nel Sud poteva visitare la sua famiglia in aereo e non solo in autobus.

Che un povero, un nero o un indio poteva entrare nell’università.

Che il povero poteva avere casa di proprietà e mangiare tre volte al giorno.

Che la luce elettrica era accessibile per tutti.

Che il salario minimo era aumentato senza produrre inflazione.

Che era stato messo in atto quello che le Nazioni Unite hanno  considerato il miglior programma di trasferimento di reddito del mondo, a favore di 14 milioni di famiglie cancellando il Brasile dalla carta della fame.

Che vennero create nuove università e nuovi corsi tecnici.

Per recuperare il diritto di fare tutto ciò e molto altro sono candidato a Presidente della Repubblica.

Dialoghiamo con coloro che hanno visto che il Brasile è uscito dai binari, col coloro che non hanno speranza ma sanno che il paese deve risolvere il suo destino nelle urne, e non col golpe o in corner.

Ricordiamo che con la democrazia, con il nostro lavoro, il Brasile tornerà ad essere felice.

Finché io sarò incarcerato, ognuno di voi sarà la mia gamba e la mia voce. Recuperiamo la speranza, la sovranità e l’allegria di questo nostro grande paese.

Compagne e compagni, Moro ha avuto fino ad oggi per mostrare una prova contro di me. Non ne ha presentato nessuna! Fatto indeterminato non è prova! Per questo sono candidato.

Ripeto: con il mio nome approvato nella convenzione, la Legge Elettorale garantisce che  non sarò candidato se morirò, se rinuncerò o se sarò estirpato dalla Giustizia Elettorale. Non intendo morire, non mi sogno di rinunciare e lotterò per la mia registrazione fino alla fine.

Non voglio favori, voglio Giustizia. Non scambio la mia dignità  per la mia libertà.

Un forte abbraccio

Lula

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