Rete di Quarrata – Lettera di Natale 2020

Natale 2020

Carissima, carissimo,

Buon Natale a chi non colloca corvi sulle finestre dell’anima, non impregna il cuore di veleno e osa uscire in strada a respirare buon umore.

Buon Natale a tutti quelli che percorrono vie interiori e non temono la forza di chi mette in pratica la forza della preghiera.

Buon Natale a quelli che riveriscono il silenzio come materia prima dell’amore e strappano dalle corde del dolore speranze. A quelli che si sdraiano su letti di ortensie ed adornano, con i delicati fili dei sentimenti, tappeti di tenerezza.

Buon Natale a quelli che portano sulla schiena la faretra piena di fulmini, e portano nel petto la nostalgia del futuro. A quelli che seminano indignazione, che si tuffano tutte le mattine nelle fonti della verità e, nel labirinto della vita.

Buon Natale a tutti quelli che danzano cullati dai propri sogni e mai dicono di sì alle spinte del desiderio. A quelli che ignorano l’alfabeto della vendetta e non camminano mai nella trappola dell’indifferenza, poiché sanno che l’odio distrugge innanzitutto chi odia.

Buon Natale a chi tutte le mattine sveglia il bambino dormiente dentro di sé e che, esce in strada rompendo convinzioni che obbligano soltanto chi manca di valori. E agli artefici dell’allegria che nel calore del dubbio danno una spinta ad entrare nella vita vera.

Buon Natale a chi raccoglie cocci di amarezza nelle strade per vivere con loro la sobrietà e ridono di quelli che annunciano la fine della storia. E a quelli che sopprimono la lettera erre dal verbo armare e si rifiutano di essere ostaggi del pessimismo.

Buon Natale a quelli che fanno del letame concime per i loro giardini e i loro orti. Anche ai poeti senza poesie, ai musicisti senza melodie, ai pittori senza colori e agli scrittori senza parole. E a tutti quelli che non hanno mai incontrato una persona alla quale dichiarare tutto l’amore che li feconda.

Buon Natale agli ebbri di trascendenza e ai figli della misericordia che dormono sotto le coperte della compassione. E a tutti quelli che contemplano oziosi il tramonto, osservando come il Bambino entra nella notte.

Buon Natale a chi non si lascia sedurre dal profumo del potere e che non scala i picchi dove gli avvoltoi covano le uova. E a tutti quelli che rimuovono i tetti dell’ambizione e costruiscono le loro case attorno al focolare.

Buon Natale a chi, nel letto nuziale, bene il vino inebriante fino a perdersi nell’altro. E a chi corregge l’errore del poeta e sa che l’amore non è eterno fintanto che dura, bensì dura in quanto è eterno.

Buon Natale a chi ripartisce Dio in fette di pane e riunisce gli affamati al tavolo fatto con le tavole della giustizia e coperto da una tovaglia ornata di empatia.

Buon Natale a quelli che asciugano le lacrime nel conforto della fede e piantano nel suolo della vita le sementi dell’avvenire. E a chi si ubriaca di cioccolata e non teme di pronunciare parole dove la menzogna cuce le bocche e ingabbia le coscienze.

Buon Natale a tutti quelli che sanno volare senza mostrare le ali e aprono cammini con i propri passi, spinti dalla ricerca della vera giustizia.

Buon Natale agli infelici, agli indolenti e agli impavidi, a chi lascia scorrere la vita giù nello scarico della meschinità e, nel calore dei loro attaccamenti e, vedono i loro giorni evaporare come la rugiada che si riscalda all’alba dell’estate. Voglia Dio che rinascano con il Bambino che si rannicchia nei loro cuori disegnati a forma di presepi.

Il Natale 2020, come mai nella storia, assomiglia al Natale di Gesù. La famiglia di Giuseppe e Maria sono figli della povertà come la maggior parte di tante persone oggi. La locanda era piena, qui gli ospedali sono pieni di persone con il Covid-19.

Come poveri, Giuseppe e Maria non potevano permettersi una locanda. Sono stati costretti a rifugiarsi in una stalla per partorire, allo stesso modo che fanno oggi tante persone povere che non hanno un posto dove dormire e lo fanno sotto un tendone, un porticato o in qualche angolo. Gesù è venuto nella comunità umana nascendo tra gli animali, come tanti nostri fratelli e sorelle nascono nelle periferie povere delle città, lontano dagli ospedali e, quando va bene nelle loro povere case.                                              Antonio

 

Segue la lettera di Natale che padre Marcelo Barros ha inviato agli amici italiani

Questo è l’annuncio di Natale: siete stati presi. Dio si fa carico nel suo corpo della vostra carne e del vostro sangue. Voltatevi a guardare indietro verso la mangiatoia. A Natale, il Verbo Divino si fa carne nella vostra carne ”(Dietrich Bonhoeffer – dalla prigione di Flossemburg, 1944).

Cari fratelli e sorelle,

In questo Natale sento più che mai la fragilità mia e di tutti noi, espressa nella pandemia che ci isola e che si rivela anche nel modo in cui la società reagisce a tutto questo. La politica nazionale sembra un tunnel di cui non si vede la luce finale. Inoltre, le nostre Chiese sembrano sempre più divise.

Alcuni ministri e gruppi cristiani celebrano il Natale nei centri commerciali e nei quartieri e allestiscono presepi come decorazione e pubblicità. Grazie a Dio, c’è una minoranza profetica che accoglie la Parola che viene in questo mondo e il mondo non la riconosce, come dice il vangelo del giorno di Natale. Ma è sempre una gioia confortante credere che questa Parola si è fatta carne non solo in mezzo a noi, ma in noi.

Un anno fa, stavo aspettando il messaggio di Natale del caro Pedro Casaldáliga che mi mandava sempre e mi aiutava ad aver presente il mistero dell’incarnazione per tutto l’anno. L’anno scorso, già molto fragile e incapace di scrivere, Pedro ha dettato solo la frase: “Vedo Dio in voi. Buon Natale”.

Questo Natale, voglio riprendere quelle sue parole come un messaggio per ciascuno/a di voi. Con grande affetto e vera gratitudine, vi invito a contemplare questa incarnazione di Cristo nella mangiatoia del nostro corpo e nella tenda o grotta della nostra vita.

Nella misura in cui riusciamo a vedere in noi questa presenza liberatrice potremo testimoniare al mondo l’incarnazione permanente del Cristo Cosmico, come i nostri popoli indigeni ci chiamano a riscoprire il fascino della natura e a comunicare con gli Incantati e nel Nordest con la Santa Jurema

Rallegriamoci dei segni di questo Natale, come il fatto che l’Accademia brasiliana delle scienze abbia scelto come membro lo sciamano Yanomami Davi Kopenawa (riconoscono la sua saggezza come scienza).

Allo stesso tempo, Ailton Krenak è stato scelto come intellettuale dell’anno. Meraviglioso che l’intellettuale dell’anno in Brasile sia un indigeno.

Questo Natale, celebriamo fiduciosi che la manifestazione del Cristo cosmico salverà noi e la terra. Nel buio della notte che invade il Brasile e il mondo, la celebrazione del Natale di Gesù ci ravvivi nella nostra missione di essere segni e testimoni di speranza; quella che viene dal grembo misericordioso di Ruah, Madre della Vita. Rinnovandoci nel nostro interno, inizia la sua opera di “rinnovamento della faccia della terra”.

È questa sete e questa gioiosa fiducia che vi auguro in questo Natale.

Un abbraccio affettuoso e Felice Natale.

Vostro fratello Marcelo Barros

 

Se desideri ricevere una copia saggio della nostra rivista: In Dialogo-Notiziario della Rete Radiè Resch scrivi a: notiziario@rrrquarrata.it

Ricordo ad ognuno di noi l’autotassazione libera nella quantità e continuativa nel tempo a sostegno dei progetti.

I versamenti devono essere effettuati sui seguenti conti:

Conto corrente postale intestato a Notiziario della Rete Radié Resch, IBAN IT 15 N 07601 13800 000011468519

o sul conto della Banca Alta Toscana intestato a Rete Radié Resch, IBAN IT 42 M 08922 70500 000000004665

Indicando sempre la causale

Infine ricordiamo il contributo alla nostra rivista: In Dialogo

contributo ordinario      2021  €       40

contributo sostenitore  2021  €      50

contributo amicizia          2021    €    100

 

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.