Romney, bada alla tua crisi – di Alessandro Bonacchi

Romney, bada alla tua crisi; alla nostra ci pensiamo noi, se tu smetti di prenderci i soldi. Il dollaro, carta straccia che crea crisi mondiale. L’Italia ha meno debiti degli Usa.
Romney ha detto che l’Italia è un pessimo esempio di economia. Senza fare campanilismo e nemmeno patriottismo, Romney non dice che gli USA sono il paese più indebitato del mondo; nessuno lo dice non si sa per quale paura. Il dollaro americano è una moneta che si fonda sui petrodollari, e si sa bene come funziona questo mercato: tutti devono cambiare la loro moneta in dollari per pagare i petrolieri; ovviamente gli americani consumano il petrolio gratis a spese degli altri. La guerra contro l’euro è stata apparentemente vinta dagli americani: il ricatto è: se crolla il dollaro, affonda anche l’euro. Ma perché dovremmo noi pagare i debiti degli americani?

Siccome molte riserve europee sono in dollari, dicono le banche, se affondassero gli USA, chissà dove sprofonderebbe la crisi. Così il ricatto economico è fin troppo evidente. Tutta la carta straccia che si chiama dollari circola regolarmente per il mondo e nessuno dice una parola su questi assegni a vuoto, pensando che, se si sparge la voce del fallimento USA, tutti chiederebbero agli americani di pagare i debiti, con il rischio di rimanere tutti fregati perché non si possono fare pignoramenti per riprendere i propri soldi. Così tutti tacciono, in attesa che l’economia americana si riprenda per riavere il valore effettivo della moneta del dollaro e poter riavere anche il valore effettivo della propria moneta. Intanto la mentalità americana colonizza con lingua e cultura molti paesi per sfruttarli poi economicamente, tentando di far tornare a galla un dollaro ormai destinato al macero.
L’euro ha subìto una grandissima battaglia prima che nascesse: psicologicamente era una moneta nuova di cui non bisognava fidarsi; per le banche i titoli avevano poca stabilità; inolte gli stati membri europei erano nettamente divisi e separati. Poi è arrivato Berlusconi, il più filoamericano degli europei, che ha dimezzato il valore dell’euro per tentare di destabilizzare il paese; basta commentare qualche suo sproloquio per capire il suo doppiogioco; basta vedere che Berlusconi è stato colui che ha voluto in tutti modi accendere le micce contro l’Iraq per iniziare una guerra che ha avuto come unico scopo quello di continuare l’esistenza dei petroldollari. Poi l’aiuto subdolo dei Berlusconi a chi ha voluto attaccare la Grecia per vedere se l’euro, nemico primo degli americani, poteva cadere; poi la crisi in Italia, pilotata da Berlusconi in modo eccellente per la destabilizzazione economica e sociale; poi la crisi in Spagna.
Gli americani non sembrano riusciti nel loro intento, anche se Monti è dalla parte delle banche e continua imperterrito a sovvenzionarle.
Perché certi paesi europei, Germania compresa, non hanno capito ( o hanno capito bene?) il gioco degli americani? La conclusione sarà che l’Europa cercherà di galleggiare sulla crisi del dollaro, che è come il pozzo di San Patrizio, perché assorbe sempre più soldi e valori. Se gli USA vivono di rappresentanza di marchi di produzione delle multinazionali, senza però produrre valori reali, come faranno a pagare i debiti? L’economia Usa è essenzialmente fondata sul gioco in borsa: le multinazionali non vivono con quello che producono, ma si arricchiscono con quello che la borsa offre loro a spese di molti, che investono soldi come in una vendita multivello: l’ultimo paga per tutti, mentre i primi si arricchiscono a non finire.
Chi ci rimetterà di più saranno i paesi che si troveranno beffati dal cambio del dollaro che non varrà più nulla, e questi paesi sono quelli del sud del mondo, ai quali verranno rifilati i dollari senza valore, perché prima o poi gli americani dichiareranno fallimento:
Conclusione: la crisi mondiale e europea è dovuta alla mancanza di lavoro derivante dal sorpassato sistema economico di rappresentanza americano, che non produce, ma emette carta straccia (dollari) a cui deve essere attribuito un valore fittizio al quale occorre obbedire a rischio di chissà quale punizione. La crisi dell’Europa deriva anche dalla mancanza di organizzazione del lavoro, ma questa dipende soprattutto dalla permanenza del dollaro, che non permette un’economia fondata sul lavoro, ma sulla rappresentanza, sulla borsa e sulla mancanza di valore effettivo della moneta. Sarebbe opportuno che il signor Romney smettesse di prendere l’Italia come esempio negativo, badando bene alla trave che ha nel suo occhio.

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