Lettera Rete Quarrata ottobre 2014

Per capire la vittoria di Dilma Rousseff, presidente del Brasile – di LEONARDO BOFF

In questa tornata elettorale presidenziale, brasiliani e brasiliane si sono confrontati come se rappresentassero la scena biblica descritta dal Salmo n°1: si doveva scegliere tra due vie, una che rappresentava il successo e la felicità possibile, l’altra l’insuccesso e l’infelicità evitabile.

Erano state create tutte le condizioni per una tempesta perfetta con distorsioni e diffamazioni, diffuse nella grande stampa e nei media popolari, soprattutto una rivista che ha offeso gravemente l’etica giornalistica, sociale e personale pubblicando falsità per danneggiare la candidata Dilma Rousseff. Dietro a questa rivista albergano le élites più retrograde che si impegnano a difendere i loro privilegi piuttosto che far partecipare tutti ai diritti personali e sociali.

Davanti a queste avversità la presidente Dilma già passata attraverso le torture nei sotterranei degli organi di repressione della dittatura militare, ha rafforzato la sua identità. È cresciuta nella sua determinazione e ha accumulato energie per affrontare qualsiasi scontro. Si è mostrata come è: una donna coraggiosa e valorosa che trasmette fiducia, virtù fondamentale per un politico. Mostra di essere tutta di un pezzo e non tollera malefatte. Lei genera nell’elettore o elettrice il sentimento di “sentire fermezza”.

La sua vittoria è dovuta in gran parte ai militanti che sono usciti per le strade organizzando grandi manifestazioni. Il popolo ha mostrato di essere maturo nella sua coscienza politica e ha saputo, biblicamente, scegliere la via che gli pareva più indovinata votando Dilma. Lei ha vinto con più del 51%.

Il popolo già conosceva le due vie. Una, già praticata per otto anni, ha fatto crescere economicamente il Brasile ma ha trasferito la maggior parte dei benefici a coloro che già li avevano a costo di una stretta salariale, a costo della disoccupazione e della povertà delle grandi masse: politiche ricche per i ricchi e povere per i poveri. Il Brasile era diventato il socio minore e subalterno del grande progetto globale, egemonizzato dai paesi opulenti e militaristi. Ma questo non era il progetto di un paese sovrano consapevole della sua ricchezza umana, culturale, ecologica e degna di un popolo che ha l’orgoglio del suo meticciato, e che si arricchisce con tutte le differenze.

Il popolo aveva percorso anche l’altro cammino quello del successo e della felicità possibile. In questo mantenne il posto centrale. Uno dei suoi figli soppravvissuto dalla grande tribolazione, Luiz Inacio Lula da Silva, che è riuscito con politiche pubbliche, rivolte agli offesi e umiliati della nostra storia a far sì che una porzione di popolo grande quanto l’Argentina intera fosse inclusa nella società moderna. Dilma Rousseff ha portato avanti, approfondito e allargato queste politiche con misure democratizzanti come il PRONATEC, il PRO-UNI, le quote nelle università per gli studenti venuti dalla scuola pubblica e non dai collegi privati; le quote per coloro i cui antenati son venuti dal ventre delle navi negriere, così come tutti, così come altri programmi sociali da BOLSA FAMILIA, LUZ PARA TODOS, MINHA CASA MINHA VIDA, PIU’ MEDICI, tra gli altri.

La questione di fondo del nostro paese è in corso di ricalcolo: garantire a tutti ma specialmente ai poveri l’accesso ai beni della vita, superare la spaventosa disuguaglianza e creare mediante l’educazione opportunità ai piccoli perché possano crescere, svilupparsi e diventare uomini come cittadini attivi.

Questo progetto ha risvegliato il senso di sovranità del Brasile, lo ha proiettato sullo scenario mondiale con una posizione indipendente, che richiedeva un nuovo ordine mondiale, nel quale l’umanità si scoprisse come umanità, e tutti abitanti della stessa casa comune.

La sfida per la presidente Dilma non è soltanto consolidare i programmi riusciti, e correggere i difetti, ma inaugurare un nuovo ciclo di esercizio del potere che significhi un salto di qualità per tutte le sfere della vita sociale. Poco si riuscirà a ottenere se non ci sarà una riforma politica che elimini una volta per tutte le basi della corruzione e che permetta passi avanti della democrazia rappresentativa, con l’incorporamento della democrazia partecipativa, con consigli, pubbliche udienze e consulte ai movimenti sociali e altre istituzioni della società civile. E’ urgente una riforma tributaria perché ci sia più equità e contribuisca al pareggiamento dell’abissale disuguaglianza sociale. Fondamentalmente l’educazione e la salute saranno al centro delle preoccupazioni di questo nuovo ciclo. Un popolo ignorante e malato mai spiccherà un salto per raggiungere un livello più alto di vita. La questione del risanamento di base, della mobilità urbana (l’85% della popolazione vive in città), con un sistema di trasporti minimamente degno; la sicurezza e la lotta contro la criminalità sono imperativi imposti dalla società e che la Presidente si obbligherà ad affrontare.

Lei nei dibattiti ha presentato un ventaglio significativo di trasformazioni. Per la serietà e senso di efficacia che ha sempre mostrato possiamo aver fiducia che avverranno.

Ci sono questioni appena accennate: l’importanza di una riforma agraria moderna che stabilisce il contadino sulla terra con tutti i vantaggi che la scienza ha trovato. E’ importante ancora la demarcazione e l’omologazione delle terre indigene, molte minacciate dall’avanzamento dell’industria agro alimentare.

Per ultima, e forse la maggiore delle sfide che viene dal campo dell’ecologia. Severe minacce sorvolano il futuro della vita e della nostra civiltà, sia per la macchina di morte già creata che potrebbe eliminare varie volte consecutive tutta la vita e le conseguenze disastrose del riscaldamento globale. Se arriverà un riscaldamento catastrofico, come intere Società scientifiche ci mettono in guardia, la vita che noi conosciamo forse non potrà sussistere e gran parte dell’umanità sarà spazzata via. Il Brasile per la sua ricchezza ecologica è fondamentale per l’equilibrio del pianeta crocifisso. Un nuovo governo Dilma potrà andare incontro a questo problema, che è la vita o la morte della nostra specie umana.

Che lo Spirito di sapienza e di cura orienti le difficili decisioni che la presidente Dilma Rousseff dovrà prendere.

Leonardo Boff

 

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