La VALE della Morte: una tragedia che potrebbe restare impunita! – di João Pedro Stedile

La rottura delle dighe del deposito di rifiuti tossici dell’impresa Vale, nelle località di Fundão e Santarem, nel comune di Mariana, ha prodotto il maggior disastro ambientale della storia del Brasile, comparabile, probabilmente, con i maggiori disastri a livello mondiale.
Le sue conseguenze sono ancora incalcolabili. Molti morti. Secondo gli abitanti dei due distretti sommersi, Bento Rodrigues e Paracatu de Baixo, ci sono più di cento loro parenti scomparsi, contariamente a quanto dicono le statistiche “ufficiali” fornite dall’impresa, che parlano di soli 29 morti.
Migliaia di persone hanno perso le loro case e le fonti di lavoro. Il Rio Doce è stato assassinato lungo il suo tragitto di più di 700 chilomentri, tra Mariana e la foce, nello stato di Espírito Santo. Migliaia di ettari di terreni agricoli sono inutilizzabili. Tutta la vita acquatica del fiume è morta. Migliaia di persone sono state danneggiate dalla mancanza di acqua potabile. Nessuno può calcolare le conseguenze del disastro per la vita marina, con tutte queste tonnellate di rifiuti tossici, in mare, per sempre!
Nessuno sa quanti anni occorreranno alla natura per recuperare la biodiversità nella regione del Rio Doce. La popolazione non sa che esistono altre 48 dighe di imprese minerarie che potrebbero provocare danni analoghi. Non sa neanche che sarebbe possibile utilizzare altre tecniche di protezione rispetto ai rifiuti tossici. Ma, siccome l’impresa cerca il massimo profitto scarica il rischio sulle spalle della popolazione.
Nonostante tanti sacrifici umani e della vita nella natura, la stampa borghese si sforza di nascondere i veri colpevoli: l’impresa Vale.
Non è difficile per una delle maggiori imprese minerarie del mondo utilizzare il gruppo dei suoi consulenti alla comunicazione, composto da più di 200 giornalisti pagati per proteggerla; usare le decine di deputati e politici eletti con il suo finanziamento; e usare la sua influenza sul potere giudiziario e sulle chiese per nascondere la sua responsabilità.
Chi alla fine deciderà gli indennizzi per le famiglie direttamente colpite e per tutta la popolazione della regione? Chi determinerà le multe per la distruzione della biodiversità in uno dei maggiori bacini idrografici del paese? Fino ad ora, il Pubblico Ministero, il potere giudiziario e la commissione di parlamentari sono apparsi pochissimo sulla stampa. E il governo federale si è comportato come partner imbarazzato dell’impresa. E altri politici hanno concesso interviste nella sede dell’impresa. Per denunciarla o proteggerla?
La società brasiliana deve finalmente conoscere tutte le colpe dell’impresa Vale. Sapere delle decine di morti provocati dall’irresponsabilità con cui sono stati gestiti i suoi treni che portano minerali verso l’estero. Sapere che dalla sua privatizzazione nel 1996 e dalla legge Kandir del 1995 (durante il governo Cardoso), la maggioranza dei suoi azionisti sono nord-americani e che la Vale non ha più pagato tasse di esportazione sui più di 100 miliardi di tonnellate di ferro sottratte al popolo e portate all’estero. I suoi miliardi di dollari di lucro sono stati distribuiti tra i suoi azionisti. Il governo non ne ha tratto nessun beneficio e ancor meno il popolo brasiliano. Grazie all’irresponsabilità del governo Cardoso, le riserve minerarie di ferro del Brasile, che sono le maggiori del mondo, sono state rubate e consegnate a un’impresa che ora è sotto il controllo del capitale straniero e di alcuni opportunisti brasiliani.
Se avessimo un governo più responsabile, il presidente dell’impresa sarebbe già in galera (vi ricordate della prigione del presidente della Petrobras, come responsabile della tragedia di Cubatão, São Paulo? Ottenne l’habeas corpus e essendo di origine giapponese si rifugiò in Giappone per fuggire al carcere e vive ancora lì).
Se avessimo un potere giudiziario più impegnato con il popolo, il processo nel tribunale federale di Brasilia, per l’annullamento della vendita della Vale, che avrebbe dovuto restituire l’impresa alla condizione di impresa statale, sarebbe già stato portato a termine, invece di essere continuamente rinviato….destino di tutti i processi che colpiscono gli interessi del capitale.
Speriamo che la popolazione della regione si organizzi, realizzi assemblee popolari, costruisca una piattaforma di rivendicazioni, possa ridurre i costi sociali e ambientali e elegga suoi reali rappresentanti per negoziare con la forza delle masse di fronte agli interessi della Vale.
Santa pazienza! Un giorno, il nostro popolo dovrà sollevarsi contro tante tragedie non frutto di fatalità e contro tanti irresponsabili che operano solo a favore del massimo profitto per una minoranza, a danno degli interessi di tutta la società.

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