I movimenti popolari e la vittoria di Dilma, di Pedro Carrano

Quale deve essere l’atteggiamento del movimento popolare e  sindacale e quali le questioni centrali da affrontare nel governo di Dilma, appena eletta presidente del paese? L’offensiva conservatrice che ha segnato le elezioni del 2010, le rivendicazioni di classe non realizzate durante il governo Lula e la base economica lasciata dall’attuale governo sono alcuni dei punti di partenza per le lotte dei movimenti sociali, secondo i loro leader.

MST
Per Gilmar Mauro, del coordinamento nazionale del MST, il risultato elettorale non rappresenta solo la sconfitta di  José Serra (PSDB), ma dei grandi media nel loro insieme. Mauro dice che i movimenti sociali avranno con il nuovo governo una relazione improntata sull’autonomia, presenteranno al governo le proprie rivendicazioni. La riforma agraria, per esempio, non è stata discussa durante la campagna elettorale di quest’anno e deve tornare in agenda.

Rispetto alla questione agraria, Mauro sottolinea che il dibattito deve riguardare tre fronti:
• l’uso del suolo e delle risorse naturali, che non devono essere trasformate in merci;
• il tipo di alimenti che la popolazione sta consumando;
• al servizio di chi saranno utilizzate le tecnologie nelle campagne.
“Io penso che la riforma agraria sia una delle cose più moderne del mondo, oggi. Ma una riforma agraria deve modificare il modello agricolo, il modello di produzione, il tipo di cibo, il tipo di tecnologia e su questo dobbiamo aprire un dibattito con la società. Speriamo che il governo di Dilma ci possa aiutare nel senso di favorire, di creare spazi perché questo dibattito avvenga e la società partecipi alla discussione su una vera riforma agraria che modifichi la struttura fondiaria in Brasile e il modello di produzione nel nostro paese”.
 
MOVIMENTO NEGRO
L’atteggiamento del movimento negro sarà di appoggio critico e pressione permanente in difesa delle politiche pubbliche. Questa è la posizione della  Uneafro, secondo  Douglas Belchior, del consiglio generale della organizzazione.  Belchior ritiene che Dilma dovrà rivedere le politiche di sicurezza pubblica che colpiscono la popolazione negra in tutti gli stati. Punti strategici sono un approfondimento delle politiche di accesso all’educazione e la pressione per lo Statuto di Uguaglianza razziale. “Il Movimento Negro deve avere un atteggiamento di lotta permanente. Occuperemo le strade. Occuperemo anche le università, nel senso di fare pressione perché il governo agisca e si metta al servizio del popolo e non dei latifondisti, dei razzisti, degli imprenditori e dei banchieri”.

 SINDACATO
La base economica costruita negli otto anni di governo Lula  ha portato alla creazione di posti di lavoro e ha frenato la flessibilizzazione del lavoro del periodo Cardoso, dice il sindacalista  Milton Viário, della Federazione dei Metalmeccanici del Rio Grande do Sul e della CUT. Egli ritiene che sia il momento di definire la piattaforma unificata dei lavoratori costruita  nel 2010 dal movimento sociale e sindacale. In campo sindacale, maggior democrazia e migliori condizioni di lavoro, settimana di 40 ore, eliminazione del ‘fattore previdenziale’ .. Sono i punti centrali in questo progetto.
“Ci saranno condizioni migliori per presentare la piattaforma della classe lavoratrice, rivolta essenzialmente allo sviluppo economico, con l’ampliamento della attività produttiva, ma con una forte rivendicazione relativa alla creazione di posti di lavoro di qualità, posti di lavoro dove si possa avere una remunerazione migliore, qualificazione  professionale,  specializzazione”.  

LUISA ERUNDINA
La deputata federale eletta per il Partito Socialista Brasiliano di São Paulo, Luiza Erundina, sottolinea che il governo di  Dilma dovrà affrontare la sfida di una maggiore democratizzazione dello Stato. Il che passa per due percorsi prioritari: la riforma politica e la democratizzazione dei mezzi di comunicazione.
“Sulla riforma politica c’è già un lavoro svolto dal Congresso e c’è un fronte parlamentare favorevole a una riforma politica con partecipazione popolare.
Esiste un Progetto di Legge di iniziativa popolare che sta nella Commissione di Legislazione Partecipativa e da’ risposte a questioni importanti, strutturali, relative al sistema di comunicazione.
E’  poi necessaria la riforma Tributaria come meccanismo di distribuzione del reddito”.
 
ARTUR HENRIQUE – PRESIDENTE DELLA CUT
Sulla linea della democratizzazione dei media come bandiera centrale della lotta della sinistra, il presidente della CUT ritiene che bisogna fare pressione dal gennaio 2011 sulle parole d’ordine nate nel processo delle Conferenze della Comunicazione.
 “Deve essere un punto del programma, le organizzazioni sociali devono organizzarsi bene, mobilitarsi e fare pressione sul governo. Non si pensi che sarà facile. Mi ricordo che la prima Conferenza di Comunicazione ci fu nell’ultimo anno del primo governo Lula. Era un governo in disputa. E pertanto dobbiamo continuare a discutere su questo. Il prossimo governo di Dilma Roussef sarà anch’esso un governo di scontro.

DARLI SAMPAIO- LOTTE DELLE DONNE E PER I DIRITTI
 La lotta delle donne avrà grande rilievo nel 2011. Darli Sampaio della Casa del Lavoratore di Curitiba ritiene che il dibattito ideologico sulla questione dell’aborto nelle elezioni ora  produrrà un effetto contrario, visto che le organizzazioni devono fare pressione per ottenere passi avanti su questo tema. Secondo lei, l’unione civile degli omosessuali e le sfide relative all’inserimento della donna nel mondo della politica sono altre sfide nel dibattito sul genere.
 “Dal punto di vista dell’organizzazione delle donne, c’è un programma che resta stabile perché le questioni non vengono risolte. Per esempio, la discussione sulla questione di genere che comprende le polemiche che abbiamo visto ora nel periodo della campagna, relativamente all’aborto e la forma irrispettosa con cui questa discussione è stata portata avanti nel dibattito politico. Il Movimento delle Donne ritiene che l’aborto è una questione di salute pubblica”:


Secondo Luisa Erundina c’è uno spazio nello stato brasiliano per la politicizzazione a partire dal governo, anche se  lo stato  ha un carattere di classe. “E’ la forma di governare, più che i risultati, è il modo stesso di dividere il potere e la relazione con la società civile”. E’ necessario un cambiamento di cultura politica nella forma di governare, un governo democratico oltre che popolare che deve mettere al primo posto gli interessi della maggioranza della popolazione. Bisogna che il governo si interessi da subito di tutte le questioni strategiche e della partecipazione popolare organizzata e politicizzata. Purtroppo questo non è successo con il governo Lula”.
 
Pedro Carrano è di Radioagência NP