Circolare Rete Quarrata settembre - ottobre 2009


Carissima, carissimo, quest’anno mi sono concesso il lusso dell’estate, dell’essenzialità di quando i pensieri volgono unicamente al riposo e alla vacanza. Il mio è spesso un cambiamento diverso, mi capita di vagheggiare approfittando del paradiso che il Rio delle Amazzoni mi fa sperimentare. Standoci, comprendi che il paradiso se c’è, è qui.
Noi soliti ad affidarci al medesimo tran tran, ai medesimi paesaggi, perfino alle solite persone. Da qui, cambia la prospettiva. Viaggiare in questa immensità d’acqua, su una barca lenta ma tenace, che ti fa accarezzare dal vento fino a non farti sentire che il sole entra nella tua pelle fino a quasi cuocertela.
Senti che vivi un momento perfetto, tra cielo e mare, tanto è vasto questo fiume, nel silenzio assoluto rotto solo dal canto degli uccelli e dallo sciabordare dell’acqua. Per uno come me, questo è l’estremo lusso. Perennemente in lotta con il tempo, col rumore, con l’affollamento.
Il lusso del silenzio, dello spazio, del vuoto, dell’essenzialità. Dello spogliarsi finalmente di mille bisogni e di mille obblighi che non sentiamo veramente e che, in realtà, non hanno alcun ruolo nel disegno globale della nostra esistenza. Per fare spazio a persone, ad oggetti, situazioni, esperienze che siano davvero congeniali al nostro essere più intimo e profondo. Che siano frutto di una selezione del tutto personale. Frontiera di un limite e di una visione del mondo che rimette al centro il valore dell’unicità di ognuno di noi.
Rientrando a San Paolo, tutto cambia, subito ti rendi conto che il tempo è insufficiente per questi giorni brasiliani residui. Senti di nuovo il bisogno di tempo, di respiro. Scrivo strappando momenti in cui dentro la carne mi bolle, mescolandosi al sangue per scendere direttamente alle viscere.
Mi torna in mente Jussara da me visitata domenica scorsa in ospedale. Abbandonata, non più considerata, un pezzo di carne e nervi che vorrebbero reagire. Fuori dal tempo perché nessuno ha tempo per lei, come per tanti altri, sconosciuti e nascosti, dove gli occhi di chi non vuol vedere non arriveranno mai.
Lei, Jussara 19 anni, malata di Aids dalla nascita, forte dei suoi 25/30 chili, resistente in un letto chiuso da cancelletti laterali, imbottiti per attenuare il dolore dai suoi movimenti nervosi e improvvisi causati dalla malattia, la povera che si trasforma in profezia. è lei che rivela i disegni di Dio. è lei la vera profetessa, quella che testimonia quotidianamente la missione profetica del povero. è per questo che è bene "spendere" il tempo per farle compagnia, ascoltando le sue parole incomprensibili. Per ascoltarli i profeti poveri bisogna star loro vicino. Jussara, questa profetessa sconosciuta parla solo in alcune circostanze, a voce bassa, perché da sempre ha avuto timore ad esprimersi.
Spesso, troppo spesso non ha avuto fiducia in se stessa, tanto è stata schiacciata e oppressa. Ma se l’ ascoltiamo, Jussara, ci colloca di fronte all’essenziale. Sento con certezza che se le comunità si chiudono ai poveri, si chiudono al mondo, si chiudono a Dio.
Tutti coloro che si considerano discepoli di Gesù, dal papa in giù, siamo chiamati ad avere compassione, a camminare con loro, a pregare e vivere con loro. Non è possibile mangiare il corpo di Cristo nell’Eucarestia la domenica, bere il suo sangue versato per noi sotto tortura e allo stesso tempo non aprire il cuore alle persone povere e crocifisse, da questo mondo costruito da noi.
Rientrando a casa, la politica ti si ripresenta puntuale. Causa una serie di avvenimenti politici e legislativi successi in queste ultime settimane. è in questi momenti che ti ricordi che le elezioni europee hanno visto un elettore su 10 dare la sua adesione ad un partito razzista e xenofobo come la Lega, che fa della lotta contro i più deboli il suo campo di battaglia. E spesso in nome della difesa della civiltà cristiana contro l'invasione islamica che minaccia la nostra identità.
Gli ideali di fraternità, solidarietà e democrazia si sono come liquefatti di fronte alla spinta degli egoismi individuali e di gruppo. Bel tema di riflessione per tutte le agenzie educative, dai partiti alle chiese, dalla scuola ai sindacati, che avrebbero il compito di aiutare la gente a comprendere la radice vera dei problemi e a non lasciarsi suggestionare dalle semplificazioni.
Bisogna prendere atto che qualcosa si è definitivamente logorato nella società italiana dopo decenni di coltivazione dell'individualismo. Forse è proprio il senso di responsabilità nei confronti dell'altro, che è il fondamento dell'etica, a essersi liquefatto.
Ricompaiono le antiche piaghe che il progresso della società giuridica e politica aveva tentato di superare: la schiavitù, lo sfruttamento selvaggio degli esseri umani, la cieca difesa dei privilegi.
Bisognerebbe spiegare ai sostenitori della Lega che più del 20% della nostra economia è illegale e ha bisogno di manodopera illegale e senza diritti per realizzare profitti sempre più alti. Se invece di concentrarsi sui respingimenti si mettesse le mani su questo abuso sistematico e tollerato, avremmo cominciato davvero a bonificare la società italiana.
Bisogna dire che l'esempio che viene da chi ci governa non aiuta davvero a recuperare il senso dell'etica. La spregiudicatezza, il cinismo, il culto del denaro e del successo, diffusi a piene mani dal presidente del Consiglio, hanno inquinato la società italiana e ne hanno rinfocolato gli antichi vizi: l'ipocrisia, il servilismo, l'omertà.
Perché è pur vero che se "mezza Italia lavora per Berlusconi, l'altra metà lo desidera", come ha scritto El País citando un giornalista italiano. Di fronte a questo sfacelo non bastano i flebili inviti alla sobrietà raccomandati dalle gerarchie vaticane, ci vorrebbe una vera e propria rivoluzione etica.
Francesco di Assisi prima di morire ha scritto nel suo testamento: "Nessuno mi insegnava ciò che io dovevo fare; ma fu Lui che mi rivelò che dovevo vivere seguendo il Vangelo".

Antonio



Ricordiamo ad ognuno l'autotassazione a sostegno dei progetti.
Chi riceve questa lettera ed ha un indirizzo elettronico ce lo comunichi, risparmieremo tempo e denaro.



Durante la 16a Marcia della Giustizia, svoltasi lo scorso 12 settembre abbiamo scelto come progetto di Giustizia di sostenere le 85 lavoratrici dell'azienda Kappa 2 di Quarrata, licenziate in tronco -fabbrica chiusa senza nessuna possibilità di riapertura. La raccolta ha fruttato 2.400€, che sono stati consegnati al consiglio di fabbrica.



Nell'ultima decade del mese di novembre verrà in Italia Waldemar Boff da Petropolis-Brasile, nostro referente del progetto Agua Doce: ragazzi di strada, asili e educazione ambientale ecc..., con lo scopo di lanciare una campagna straordinaria a sostegno dei progetti.



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