Racconti afrobrasiliani - Rosinalda Corrêa da Silva - Bintou e la pietra magica


È un altro giorno di sole nel villaggio di Bintou e la nostra piccola amica ha avuto una notte agitata, dopo l’incontro con la mamma scimpanzé e il suo cucciolo.
Guardando la grande pietra rossa che da lei ha ricevuto, Bintou riesce solo a pensare al prossimo incontro che avrà con loro e a come fare perché questo succeda.
Dopo aver dormito abbracciata alla pietra rossa, Bintou scende dal suo lettino e non vuole neppure fare colazione. Esce, di corsa, verso il luogo dove ha visto la famiglia di scimpanzé, con la speranza di incontrarli ancora. Ma, dopo mezz’ora, spostando la pietra da una parte all’altra, si è stancata e torna verso casa. E così è la settimana intera. Tutti i giorni Bintou va verso il grande albero nella foresta alla ricerca delle amiche scimmie, dato che non riesce a dimenticare gli occhi di quel cucciolo di scimpanzé.
Tutto questo fino a che, in una mattina di pioviggine, una di quelle in cui il sole è pigro e non vuole mostrarsi, la nostra amica si sveglia con una sorpresa. La pietra, quella che aveva ricevuto come dono dal piccolo scimpanzé, non è più sopra il letto, dove Bintou l’aveva posta fin dal primo giorno anche per timore che uno dei suoi fratelli gliela rubasse. La pietra è sparita e la nostra amica, appena accortasi di questo, salta giù dal letto pronta a litigare con uno dei suoi fratelli ma, mentre cerca in terra i suoi sandali, si rende conto che una luce strana sta venendo da sotto il suo lettino. È una luce rossa, così forte che pare accecare, e viene dalla sua pietra. È come un sole, sembra proprio che il sole abbia deciso di entrare nella pietra rossa, dato che oggi non è apparso nel cielo.
Bintou, pensando che la pietra così luminosa sia anche calda, le getta addosso un piccolo panno ma, quando la tocca, si accorge che, anche se accesa come una torcia, la pietra è fresca, quasi come umida. La nostra piccola amica, che fino ad allora ha mostrato solo alla nonna la pietra rossa, decide allora di mostrarla a tutti i familiari e corre fuori, vedendo che, però, ciascuno dei suoi è già impegnato in uno dei tanti compiti della giornata e nessuno le presta attenzione.
Dopo essere uscita di casa, Bintou si accorge che i raggi che la pietra emette puntano in una direzione precisa, una direzione che le è familiare: ossia, verso il grande albero dove la piccola avventuriera ha incontrato per la prima volta gli scimpanzé. Allora, Bintou si ferma un attimo, pensa, e decide di andare fino là e, camminando, anzi quasi correndo, immagina che le scimmie la stiano aspettando, e che la pietra stia brillando per condurla fino ai suoi nuovi amici.
La nostra piccola amica non ha idea di cosa troverà.
Già di lontano, mentre sta trottando felice, Bintou si imbatte in un rumore strano e triste, sembra un pianto, ma non di una persona.
“Immmm, immm, immmm!!!”
‘Accipicchia, che sarà mai?’, pensa la piccola mentre continua frettolosa, ‘non sarà mica un cucciolo di leone? E se lo fosse? Ah, vorrei che mia madre fosse qui vicina…’
Bintou, adesso, ha paura, ma la curiosità è più grande del timore. Così si avvicina ancora e, con la pietra nella mano, si trova di fronte la visione più triste che la sua breve vita abbia conosciuto. La piccola nostra amica scopre di chi è quel pianto disperato: è del cucciolo di scimpanzé. La sua mamma, per qualche motivo sconosciuto, è sdraiata in terra, immobile, e il piccolo figlio, che poi in realtà è una figlia, tenta di svegliarla saltando al suo fianco e piangendo.
Bintou inizia a tremare, ma poi corre verso il cucciolo e sua madre, con la speranza di poter aiutarlo a svegliarla. Ma, avvicinatasi di più, vede che la scimpanzé non respira e questo significa che se ne è andata fino ad Orun. Infatti, quando il nonno di Bintou smise di respirare, la sua nonna le disse che se ne era andato ad Orun e Bintou non lo vide più. Allora, la nostra piccola amica capisce ora che la piccola scimpanzé non vedrà più sua madre.
In questo momento la nostra avventuriera sente una cosa strana, che non sa comprendere ma che le dà voglia di piangere, e nello stesso istante il cucciolo apre le sue braccia a Bintou e lei lo prende in braccio. Appena fatto questo la pietra smette di brillare, come in una magia, e i due se ne vanno verso il villaggio.
‘E ora?’, pensa Bintou, con la piccola scimpanzé in braccio, ‘cosa fare con la piccola, se la mamma non mi lascerà stare con lei?’
Di una cosa la nostra amica è sicura: non lascerà mai la scimpanzé da sola. Bintou, riflettendo, capisce anche il senso del regalo che aveva ricevuto dalla mamma scimpanzé, ricordando anche i racconti di sua nonna sull’intelligenza di quegli animali. Bintou è stata scelta dalla mamma scimpanzé, per chissà quale ragione, per essere la nuova mamma della sua piccola figlia.
‘Ma la mamma scimpanzé come sapeva che sarebbe morta così presto?’, si domanda ancora Bintou mentre sta tornando verso il villaggio.
Intanto è già ora di pranzo, e la madre, probabilmente, sta già cercando Bintou.
‘Come spiegare il cucciolo che ho con me?’, pensa ancora Bintou, e alla fine la nostra amica decide di vestire la scimpanzé con una blusa blu trovata al volo fra i panni puliti stesi davanti a casa, in modo che possa sembrare una bambola, sempre che se ne rimanga quieta. Arrivata in casa, Bintou va di corsa nella sua cameretta, e la madre la chiama:
“Dove sei stata, piccola mia?”
Bintou risponde, ancora dalla camera:
“Stavo vestendo la mia nuova bambola, mamma!”
“Va bene, ma vieni a mangiare”, replica la madre.
Bintou mette in terra la piccola scimpanzé e le dice:
“Non uscire di qui, intesi? Ho bisogno di darti un nome… Dunque... Nora! Esatto! E questo nome, Nora, ci ricorderà le more che mi piacciono tanto. A te piacciono?”
La piccola Nora scuote allora la testolina, come se fosse d’accordo.
Subito dopo Bintou va a tavola, sedendosi a lato dei suoi fratelli, senza rendersi conto che Nora le è venuta dietro e si è seduta sotto il tavolo.
Mentre tutti stanno mangiando, Dia, uno dei fratelli della nostra amica, guarda verso di lei con aria sprezzante e le dice:
“Smetti di schiacciare il mio piede!”
“Io non ti ho pestato il piede”, risponde Bintou.
“Me l’hai pestato sì, eccome”, replica Dia.
“No, non ho fatto nulla”, aggiunge la piccola avventuriera.
I due continuano a bisticciare fino a che un rumore strano, che viene da sotto il tavolo, richiama l’attenzione di tutti.
“Hiiiii! Hiiiiiii!!!!!!”
“Cosa è questo???”, grida Dia.
La madre, guardando fisso verso Bintou, inizia a domandare:
“Cosa hai portato in casa stavolta? Un cucciolo di elefante?”
La nostra piccola amica, occhi in terra, aspettando già di essere sgridata, allunga le mani sotto il tavolo e, da questi, ne esce Nora, fra le sue braccia.
Dopo qualche secondo di silenzio da parte di tutti, Dia parla:
“Dove l’hai trovato? Ne voglio uno!”
La madre di Bintou, silenziosamente, chiede a tutti permesso, per un istante, e mentre fa questo Nora va da una parte all’altra del tavolo, con la nostra amica che tenta senza successo di controllarla.
Dopo un tempo passato osservando le due, la madre domanda a Bintou:
“Dove l’hai trovata?”
Allora, dopo aver respirato bene a fondo, la nostra avventuriera risponde:
“Mamma, ricordi di quando io ero piccolina e volevo sempre stare vicina a te, e di quanto avevo paura a restare sola?”
La madre, senza comprendere dove la figlia voglia arrivare, dice di ricordare.
E Bintou, allora, prosegue:
“Allora ricordi di quello che mi dicevi, che mai mi avresti lasciato da sola.”
“Sì, è vero”, afferma la madre.
Bintou, a testa bassa e con gli occhi umidi, continua allora, raccontando tutto quanto è accaduto: il primo incontro con gli scimpanzé, il regalo che ricevette, la conversazione con la nonna, la pietra brillante, la morte della madre di Nora.
Allora la madre si rende conto di quanto è importante per sua figlia poter aver cura di Nora. Gli scimpanzé sono animali sacri per la tribù a cui Bintou appartiene. Averne uno in casa, e per di più ricevuto come dono degli dei, è un grande privilegio, solo che è un po’ complicato per il fatto che gli scimpanzé sono molto simili agli uomini e sono difficili da trattare.
“La nostra Bintou ora ha una sorellina minore”, afferma alla fine la madre, mentre allontana dalla boccuccia di Nora la teglia dove si trova la torta di inhame.
Tutti, là in casa, sono ora pronti ad aver cura di Nora, e questo sarà solo per un tempo, perché Bintou promette che, appena Nora potrà cavarsela da sola, la restituirà alla foresta a cui appartiene, là, sulle alte montagne dove vivono gli scimpanzé, vicino ai gorilla.
Ma prima di arrivare a questo Bintou e Nora vivranno insieme molte avventure.