Non è stata fatta giustizia, ma solo vendetta, di Leonardo Boff
11/05/11 00:40 Categoria Opinioni
di Leonardo Boff
Bisognerebbe essere nemici di se stessi e contrari agli stessi valori umanitari per poter approvare il nefasto crimine del terrorismo di Al Qaeda dell’11 settembre del 2001 a New York. Ma risulta del tutto inaccettabile che uno Stato, il più potente del mondo sul piano militare, per rispondere al terrorismo, si sia trasformato in uno Stato terrorista. È quello che ha fatto Bush, limitando la democrazia e sospendendo in modo incondizionato l’applicazione di alcuni diritti che erano l’orgoglio del Paese. Ha fatto di più: ha diretto due guerre, contro l’Afganistan e l’Irak – devastando una delle culture più antiche dell’umanità – nelle quali sono morti più di centomila persone e che hanno causato più di un milione di morti e di sfollati.
È necessario ripetere la domanda che forse a nessuno interessa fare: perché sono stati compiuti questi atti terroristici? Il vescovo Robert Bowman di Melbourne Beach, della Florida, che ancora prima fu pilota dei caccia militari durante la guerra in Vietnam, ha risposto chiaramente sul National Catholic Reporter, in una lettera aperta al Presidente: “Siamo mira dei terroristi perché, per buona parte del mondo, il nostro Governo difende la dittatura, la schiavitù e lo sfruttamento umano. Siamo il bersaglio dei terroristi perché ci odiano. E ci odiamo perché il nostro Governo commette azioni odiose”.
Lo stesso disse Richard Clarke, responsabile della Casa Bianca contro il terrorismo, in un’intervista di Jorge Pontual trasmessa su Globonew il 28/02/2010 e ritrasmessa il 3/05/2011. Aveva avvertito la CIA e il presidente Bush che a New York sarebbe stato imminente un attacco di Al Qaeda. Non vollero ascoltarlo. Subito dopo accadde la tragedia che lo riempì di rabbia. E questa rabbia aumentò contro il Governo quando vide che con le menzogne e le falsità, Bush, per pura volontà imperialista di mantenere l’egemonia mondiale, decretò una guerra contro l’Iraq che non aveva nessun legame con l’11 settembre. La rabbia giunse a un punto tale che per motivi di salute e di decenza si dimise dal suo incarico.
Ancora più chiaro fu Chalmers Johnson, uno dei principali analisti della CIA, sempre in un’intervista di Jorge Pontual, il 2 maggio del 2011. Conobbe da dentro i soprusi che le oltre 800 basi militari nordamericane commettono, collocate in tutto il mondo, e che suscitano la rabbia e la rivolta nelle popolazioni, humus per il terrorismo. Cita il libro di Eduardo Galeano “Le vene aperte dell’America latina” per illustrare le barbarie che gli organi d’intelligence statunitensi commisero. Denuncia il carattere imperialista dei Governi, fondati sull’uso dell’intelligence che raccomanda colpi di Stato, organizza le uccisioni di leader e insegna a torturare. Come segno di protesta si dimise e fece il professore di storia nell’Università della California. Ha scritto tre tomi, “Blowback” (Vendetta), nei quali prevedeva, con pochi mesi di anticipo, le azioni di vendetta contro la prepotenza statunitense nel mondo. È stato come il profeta dell’11 settembre. Questo è lo sfondo per comprendere l’attuale situazione che culmina con la criminale esecuzione di Osama Bin Laden.
Gli organi dell’intelligence statunitense sono dei fallimenti. Per dieci anni consecutivi hanno spazzato il mondo per cacciare Bin Laden. Non hanno ottenuto nulla. Solo usando un metodo immorale, la tortura di un messaggero di Bin Laden, sono riusciti ad arrivare al suo nascondiglio. Pertanto, non hanno avuto nessun merito proprio. In questa caccia tutto è all’insegna dell’immoralità, della vergogna e del crimine. In primo luogo, il presidente Barak Obama, come se fosse un “dio”, ha determinato l’esecuzione/mattanza di Bin Laden. E questo va contro il principio etico universale di “non uccidere” e contro gli accordi internazionali che prescrivono la prigione, il processo e la pena dell’accusato. Come è avvenuto con Saddam Hussein, con i criminali nazisti di Norimberga, con Eichmann in Israele e con altri accusati. Con Bin Laden si è preferito l’esecuzione premeditata, un crimine del quale Barak Obama un giorno dovrà rispondere. E’ stato invaso il territorio del Pakistan, senza nessun preavviso sull’operazione. Poi è stato sequestrato il cadavere ed è stato lanciato in mare, crimine contro la pietà familiare, diritto che ogni famiglia ha di seppellire i suoi morti, criminali o non, perché per quanto cattivi siano sono comunque esseri umani. Non è stata fatta giustizia, È stata praticata la vendetta, che è sempre condannabile. “Mia è la vendetta” dice il Dio delle scritture delle tre religioni abramitiche. Ora saremo sotto il potere di un Imperatore su cui pesa l’accusa di omicidio. E la necrofilia delle folle ci riduce e ci fa vergognare. Leonardo Boff è teologo, filosofo e autore di “Fundamentalismo, terrorismo, religião e paz”, Vozes 2009.
Bisognerebbe essere nemici di se stessi e contrari agli stessi valori umanitari per poter approvare il nefasto crimine del terrorismo di Al Qaeda dell’11 settembre del 2001 a New York. Ma risulta del tutto inaccettabile che uno Stato, il più potente del mondo sul piano militare, per rispondere al terrorismo, si sia trasformato in uno Stato terrorista. È quello che ha fatto Bush, limitando la democrazia e sospendendo in modo incondizionato l’applicazione di alcuni diritti che erano l’orgoglio del Paese. Ha fatto di più: ha diretto due guerre, contro l’Afganistan e l’Irak – devastando una delle culture più antiche dell’umanità – nelle quali sono morti più di centomila persone e che hanno causato più di un milione di morti e di sfollati.
È necessario ripetere la domanda che forse a nessuno interessa fare: perché sono stati compiuti questi atti terroristici? Il vescovo Robert Bowman di Melbourne Beach, della Florida, che ancora prima fu pilota dei caccia militari durante la guerra in Vietnam, ha risposto chiaramente sul National Catholic Reporter, in una lettera aperta al Presidente: “Siamo mira dei terroristi perché, per buona parte del mondo, il nostro Governo difende la dittatura, la schiavitù e lo sfruttamento umano. Siamo il bersaglio dei terroristi perché ci odiano. E ci odiamo perché il nostro Governo commette azioni odiose”.
Lo stesso disse Richard Clarke, responsabile della Casa Bianca contro il terrorismo, in un’intervista di Jorge Pontual trasmessa su Globonew il 28/02/2010 e ritrasmessa il 3/05/2011. Aveva avvertito la CIA e il presidente Bush che a New York sarebbe stato imminente un attacco di Al Qaeda. Non vollero ascoltarlo. Subito dopo accadde la tragedia che lo riempì di rabbia. E questa rabbia aumentò contro il Governo quando vide che con le menzogne e le falsità, Bush, per pura volontà imperialista di mantenere l’egemonia mondiale, decretò una guerra contro l’Iraq che non aveva nessun legame con l’11 settembre. La rabbia giunse a un punto tale che per motivi di salute e di decenza si dimise dal suo incarico.
Ancora più chiaro fu Chalmers Johnson, uno dei principali analisti della CIA, sempre in un’intervista di Jorge Pontual, il 2 maggio del 2011. Conobbe da dentro i soprusi che le oltre 800 basi militari nordamericane commettono, collocate in tutto il mondo, e che suscitano la rabbia e la rivolta nelle popolazioni, humus per il terrorismo. Cita il libro di Eduardo Galeano “Le vene aperte dell’America latina” per illustrare le barbarie che gli organi d’intelligence statunitensi commisero. Denuncia il carattere imperialista dei Governi, fondati sull’uso dell’intelligence che raccomanda colpi di Stato, organizza le uccisioni di leader e insegna a torturare. Come segno di protesta si dimise e fece il professore di storia nell’Università della California. Ha scritto tre tomi, “Blowback” (Vendetta), nei quali prevedeva, con pochi mesi di anticipo, le azioni di vendetta contro la prepotenza statunitense nel mondo. È stato come il profeta dell’11 settembre. Questo è lo sfondo per comprendere l’attuale situazione che culmina con la criminale esecuzione di Osama Bin Laden.
Gli organi dell’intelligence statunitense sono dei fallimenti. Per dieci anni consecutivi hanno spazzato il mondo per cacciare Bin Laden. Non hanno ottenuto nulla. Solo usando un metodo immorale, la tortura di un messaggero di Bin Laden, sono riusciti ad arrivare al suo nascondiglio. Pertanto, non hanno avuto nessun merito proprio. In questa caccia tutto è all’insegna dell’immoralità, della vergogna e del crimine. In primo luogo, il presidente Barak Obama, come se fosse un “dio”, ha determinato l’esecuzione/mattanza di Bin Laden. E questo va contro il principio etico universale di “non uccidere” e contro gli accordi internazionali che prescrivono la prigione, il processo e la pena dell’accusato. Come è avvenuto con Saddam Hussein, con i criminali nazisti di Norimberga, con Eichmann in Israele e con altri accusati. Con Bin Laden si è preferito l’esecuzione premeditata, un crimine del quale Barak Obama un giorno dovrà rispondere. E’ stato invaso il territorio del Pakistan, senza nessun preavviso sull’operazione. Poi è stato sequestrato il cadavere ed è stato lanciato in mare, crimine contro la pietà familiare, diritto che ogni famiglia ha di seppellire i suoi morti, criminali o non, perché per quanto cattivi siano sono comunque esseri umani. Non è stata fatta giustizia, È stata praticata la vendetta, che è sempre condannabile. “Mia è la vendetta” dice il Dio delle scritture delle tre religioni abramitiche. Ora saremo sotto il potere di un Imperatore su cui pesa l’accusa di omicidio. E la necrofilia delle folle ci riduce e ci fa vergognare. Leonardo Boff è teologo, filosofo e autore di “Fundamentalismo, terrorismo, religião e paz”, Vozes 2009.