Appello: Presidente Napolitano, rinunci al Lodo Alfano

LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, GIORGIO NAPOLITANO.

Illustrissimo Signor Presidente, mi permetta di rivolgerLe poche e concise argomentazioni per non distorglieLa più di qualche minuto dallo svolgimento dei Suoi alti incarichi, il primo dei quali è la funzione di garanzia costituzionale per la democrazia nonché per la libertà di tutti i cittadini italiani. E' proprio questa Sua veste di garante ultimo della Costituzione e dell'equiparazione di tutti i cittadini italiani di fronte alla legge, non importa se si tratta dei potenti o degli ultimi clochards che si riparano la notte dal freddo nelle stazioni ferroviarie delle nostre città, che mi spinge in questo momento molto difficile per la vita del nostro Paese a rivolgermi ufficialmente e pubblicamente a Lei. Credo di doverlo fare anche a nome di quel grande filone della storia, della cultura e della politica del nostro Paese che fu e continua tuttora ad essere l'azionismo. Mi sento in dovere di farlo anche in ricordo ed in onore del grande sacrificio di sangue e di intelletto che è stato il contributo della tradizione azionista alla democrazia italiana. Esso si manifestò, last but not least, anche col magistrale apporto alla stesura della nostra Carta Costituzionale da parte di un uomo come Piero Calamandrei.
Il 'Nuovo Partito d'Azione' nasce molto più recentemente, ma fra le sue priorità c'è sempre, come già fu a suo tempo per i nostri grandi padri azionisti della Resistenza, del governo Parri e della stesura della Carta Costituzionale, la preoccupazione, l'ansia sofferta direi, per la qualità della democrazia nel nostro Paese. Detto ciò, vorrei andare, se mi è permesso, anche oltre il piccolo recinto azionista e vorrei poter parlare, con questa mia missiva, anche a nome di tutti gli uomini che si riconoscono autenticamente nelle istanze democratiche contenute nel dettato costituzionale. Insieme ad alcuni esponenti di altri e ben noti partiti democratici, ebbi, l'anno scorso, l'alto onore di essere ricevuto da Lei e Lei ricorderà che Le esponemmo dei timori circa la nuova legge elettorale per le europee, che poi diventò effettivamente legge dello Stato, la legge che ha introdotto uno sbarramento del 4% anche alle elezioni europee. Da allora è passato quasi un anno e posso dire che quella legge è ben poca cosa rispetto a quanto è accaduto dopo.
Noi nuovi azionisti riteniamo che l'Italia sia sottoposta a spinte regressive ed autoritarie da parte del governo attuale e soprattutto da parte del suo capo, spinte forse addirittura avventuristiche se consideriamo gli allarmi per la democrazia italiana che si levano ormai su scala planetaria. L'Italia sta diventando, ogni giorno che passa, uno dei peggiori esempi, se non già il peggiore, di democrazia nel mondo libero ed avanzato e non ci potrà mai essere quella disponibilità alla tregua che Lei chiese a tutte le forze politiche poco tempo fa se non si riporterà la vita democratica di questo Paese in una situazione di tranquilla normalità, clima auspicabile che però oggi è impedito da tutta una serie di vulnus allo spirito autentico della Carta Costituzionale.
Il più grave di tutti noi neoazionisti riteniamo sia il cosiddetto Lodo Alfano, un monstrum giuridico intollerabile per ogni sincero democratico. Sappiamo tutti e molto bene quanto i Suoi poteri costituzionali siano limitati e conosciamo tutti, altrettanto bene, qual è stato il Suo ruolo in decenni di vita repubblicana, però, al tempo stesso, mi chiedo sinceramente se Lei, e qui vengo al nocciolo della questione, non ritenga offensivo, per se stesso e per l'altissima istituzione che Lei incarna, il semplice sospetto che un qualsiasi cittadino italiano possa pensare in cuor suo che lo scudo del Lodo Alfano possa servire, oltre che a Berlusconi, anche a Lei, sia come figura di grande prestigio della democrazia italiana, sia come Presidente della Repubblica.
Spero che Lei possa convenire con me sul fatto che questo ipotetico sospetto debba essere immediatamente bandito dalla testa di qualsiasi cittadino italiano. In tal caso Le direi che Lei è ancora in tempo per scongiurarlo, il che significa sganciarsi dallo scudo forzoso del Lodo Alfano che l'attuale Presidente del Consiglio Le ha imposto per motivi di tutt'altro genere. Il che significherebbe pure, almeno per chi le sta scrivendo, continuare a tutelare le garanzie costituzionali senza alcun timore di essere coinvolto nel gioco politico.
Fra poche settimane, il 6 ottobre, si riunirà la Corte Costituzionale per esprimere il suo giudizio di costituzionalità circa il Lodo Alfano. Caro Presidente, noi azionisti, noi cittadini democratici di questo Paese ci appelliamo a Lei affinché, in vista di quel prossimo pronunciamento costituzionale, Lei dia un segnale di grande rilevanza. Noi azionisti ci aspettiamo che Lei, anche con una semplice dichiarazione informale, rinunciasse spontaneamente e unilateralmente, dal punto di vista politico e morale, all'allargamento del Lodo Alfano sia verso la Sua persona, sia verso la Presidenza della Repubblica.
Mi permetta altresì di specificare che sono perfettamente a conoscenza della risposta che, a suo tempo, Lei diede, attraverso il Suo Ufficio Stampa, al signor Beppe Grillo in relazione alla Sua firma del Lodo Alfano e mi sia concesso di aggiungere che evidentemente qui mi riferisco ad un altro aspetto e ad un'altra dimensione del problema; un aspetto non formalistico e non giuridico e riferito al momento attuale, prossimo al giudizio di costituzionalità. Poi, le cose andranno come andranno in sede di giudizio di costituzionalità, ma se Lei facesse ciò avrebbe tutta la nostra gratitudine e tutto il nostro apprezzamento. La ringrazio vivamente per l'attenzione. Distinti saluti.

Pino A. Quartana Segretario Nazionale del 'Nuovo Partito d'Azione'

Roma 10 settembre 2009