Non posso tacere - di Alex Zanotelli
24/08/11 04:17 Categoria Opinioni
Come missionario non posso tacere su quanto sta avvenendo ai nostri fratelli e sorelle immigrati sia nel Mediterraneo che nel nostro paese. Sono fratelli e sorelle africane per i quali noi missionari/e abbiamo dedicato la vita. Siamo stati per anni loro ospiti. Non possiamo vederli morire nel Mare Nostrum né vedere i sopravvissuti sbattuti da un centro all'altro per essere poi riportati ai loro paesi. È una politica razzista quella del nostro governo. Il primo agosto, a Lampedusa, i militari della Guardia costiera hanno scoperto nella stiva di un barcone i cadaveri di 25 giovani morti soffocati. Quella piccola imbarcazione trasportava ben 270 africani provenienti dalla Libia. La cosa più orribile è stato scoprire che i sei scafisti avevano massacrato di botte quei disperati quando avevano tentato di salire sul ponte per respirare perché nella stiva stavano soffocando. Neanche gli animali li trattiamo così.
Il giorno dopo, 2 agosto, un'altra tragedia si stava preparando al largo delle coste libiche. Un altro barcone, con 300 persone a bordo, era andato in avaria e imbarcava acqua. Un rimorchiatore cipriota aveva lanciato l'allarme, ma poi si era dileguato. Una nave della Nato, che distava solo 20 miglia da lì non é andata a soccorrerli. Quando finalmente il 4 agosto arrivarono sul luogo le motovedette della Guardia di Finanza, un centinaio di persone erano già morte di stenti ed erano già state buttate a mare. Lo stesso era avvenuto il 25 marzo scorso quando un barcone che trasportava 72 africani proveniente sempre dalla Libia e diretto a Lampedusa, è andato in avaria. Un elicottero occidentale e due aerei della Nato li avrebbero avvistati, ma non li hanno soccorsi. Solo undici dei 72 si sono salvati dopo 16 giorni di stenti e agonia.
La cosa più tragica è che molte di queste vittime del mare sono donne e bambini. Non possiamo accettare che tali episodi avvengano in pieno XXI secolo e siano perpetrati da nazioni che si fanno paladine dei diritti umani.
Non possiamo accettare che la Nato che, da quattro mesi bombarda la Libia (una guerra ingiusta fatta per mettere le mani sul petrolio!) ed ha come compito la "protezione dei civili in Libia" (risoluzione ONU 1973), non abbia mosso un dito per salvare in mare tutte le barche dei profughi in fuga dalla guerra di quel paese.
Non possiamo accettare che il Mare Nostrum diventi il Cimiterium Nostrum dove in questi ultimi anni sono morti migliaia di immigrati. (Il giornalista Gianpaolo Visetti di Repubblica, dopo un approfondito studio, ritiene che dal 2002 al 2008 siano periti nel Mediterraneo 42000 africani, che vuol dire 30 persone al giorno!)
Non possiamo accettare la politica leghista del ministro Maroni verso i "naufraghi dello sviluppo" che arrivano sulle nostre coste. Solo in queste giornate di Ferragosto sono arrivati a Lampedusa 2000 immigrati.
Come missionario mi sento di bollare tutta questa politica come "razzismo di stato" che ci disonora come popolo civile. E ancora di più mi amareggia il silenzio della Conferenza Episcopale Italiana su questa immensa tragedia che ci fa toccare con mano quanto poco cristiana sia questa nostra Italia. Mi amareggia anche l'indifferenza di tante chiese locali, di tante parrocchie, di tante case religiose davanti al dramma degli immigrati. E vorremmo ricordare a tutti il grido del cardinale A. Sarr, arcivescovo di Dakar (Senegal) al II Sinodo Africano: "L'avventura così rischiosa dei migranti clandestini è un vero e proprio grido di disperazione che proclama di fronte al mondo la gravità delle loro frustrazioni e il loro desiderio ardente di maggior benessere."
Alex Zanotelli
Il giorno dopo, 2 agosto, un'altra tragedia si stava preparando al largo delle coste libiche. Un altro barcone, con 300 persone a bordo, era andato in avaria e imbarcava acqua. Un rimorchiatore cipriota aveva lanciato l'allarme, ma poi si era dileguato. Una nave della Nato, che distava solo 20 miglia da lì non é andata a soccorrerli. Quando finalmente il 4 agosto arrivarono sul luogo le motovedette della Guardia di Finanza, un centinaio di persone erano già morte di stenti ed erano già state buttate a mare. Lo stesso era avvenuto il 25 marzo scorso quando un barcone che trasportava 72 africani proveniente sempre dalla Libia e diretto a Lampedusa, è andato in avaria. Un elicottero occidentale e due aerei della Nato li avrebbero avvistati, ma non li hanno soccorsi. Solo undici dei 72 si sono salvati dopo 16 giorni di stenti e agonia.
La cosa più tragica è che molte di queste vittime del mare sono donne e bambini. Non possiamo accettare che tali episodi avvengano in pieno XXI secolo e siano perpetrati da nazioni che si fanno paladine dei diritti umani.
Non possiamo accettare che la Nato che, da quattro mesi bombarda la Libia (una guerra ingiusta fatta per mettere le mani sul petrolio!) ed ha come compito la "protezione dei civili in Libia" (risoluzione ONU 1973), non abbia mosso un dito per salvare in mare tutte le barche dei profughi in fuga dalla guerra di quel paese.
Non possiamo accettare che il Mare Nostrum diventi il Cimiterium Nostrum dove in questi ultimi anni sono morti migliaia di immigrati. (Il giornalista Gianpaolo Visetti di Repubblica, dopo un approfondito studio, ritiene che dal 2002 al 2008 siano periti nel Mediterraneo 42000 africani, che vuol dire 30 persone al giorno!)
Non possiamo accettare la politica leghista del ministro Maroni verso i "naufraghi dello sviluppo" che arrivano sulle nostre coste. Solo in queste giornate di Ferragosto sono arrivati a Lampedusa 2000 immigrati.
Come missionario mi sento di bollare tutta questa politica come "razzismo di stato" che ci disonora come popolo civile. E ancora di più mi amareggia il silenzio della Conferenza Episcopale Italiana su questa immensa tragedia che ci fa toccare con mano quanto poco cristiana sia questa nostra Italia. Mi amareggia anche l'indifferenza di tante chiese locali, di tante parrocchie, di tante case religiose davanti al dramma degli immigrati. E vorremmo ricordare a tutti il grido del cardinale A. Sarr, arcivescovo di Dakar (Senegal) al II Sinodo Africano: "L'avventura così rischiosa dei migranti clandestini è un vero e proprio grido di disperazione che proclama di fronte al mondo la gravità delle loro frustrazioni e il loro desiderio ardente di maggior benessere."
Alex Zanotelli