Salviamoci con il pianeta, di Alex Zanotelli
27/11/11 10:18 Categoria Opinioni
Il 28 novembre si apre a Durban (Sudafrica) la 17a Conferenza (COP 17), per rispondere alla sempre più drammatica crisi ecologica. I rappresentanti di tutti i governi del mondo dovranno in dieci giorni trovare delle vie per bloccare il surriscaldamento del Pianeta. Dopo i fallimenti della Conferenza di Copenhagen (2009) e di Cancun (2010), un’altra sconfitta a Durban l’umanità non se la può permettere. Con i governi del Nord del mondo concentrati sui problemi della finanza, la crisi ecologica è passata in second’ordine.Purtroppo anche i media (sia stampa che TV) non hanno acceso i riflettori su questo problema fondamentale, rivelandosi così profondamente funzionali a questo Sistema economico-finanziario.
Siamo grati al Papa Benedetto XVI perché spesso ritorna sui temi ecologici.Siamo altresì grati ai vescovi del Sudafrica che in una lettera inviata recentemente e letta in tutte le parrocchie, “vedono questo importante evento di Durban come un’occasione per riflettere”.
I vescovi sudafricani affermano: ”Questa crisi climatica globale pone una grande sfida spirituale a tutti i cristiani, alle altre fedi e a tutti gli uomini e donne di buona volontà, dato che è la conseguenza della distruzione della creazione di Dio a cui tutti in vari modi abbiamo contribuito. Siamo tutti convocati a cambiare mentalità e ad assumere nuovi stili di vita per ridurre la nostra dipendenza dall’energia fossile come il carbone e il petrolio.” La situazione infatti climatica del Pianeta è grave. La comunità scientifica teme che, andando avanti così, la temperatura potrebbe salire del 3-4 gradi centigradi. E i tempi che abbiamo per evitare tale catastrofe sono brevi. Gli esperti affermano che, per evitare tale disastro, dobbiamo tagliare l’80% delle emissioni di gas serra entro il 2050. Purtroppo i governi sono prigionieri sia dei potentati economico-finanziari che dei potentati agro-industriali che traggono enormi profitti da questo Sistema.
La finanza poi è talmente scaltra che vuole guadagnare anche sulla crisi ecologica, con la cosiddetta ‘economia verde’. Ne sono espressione il ‘mercato del carbonio’, il ‘Redd+’ (produzione agro-forestale per bio-carburanti), la geo-ingegneria che introducono l’assurdo principio del ‘diritto ad inquinare’ e finanziarizzano la crisi ecologica, per poterci speculare. Dobbiamo invece aiutare tutti i cittadini a capire che le ragioni fondamentali del disastro ecologico sono il nostro modello di sviluppo e il nostro stile di vita.Se tutti a questo mondo vivessero come viviamo noi occidentali ,avremmo bisogno di quattro pianeti terra come risorse e di altrettanti come pattumiere ove buttare i nostri rifiuti. C’è bisogno di un grande lavoro di informazione e coscientizzazione che porti a una rivoluzione culturale . E’ quanto stiamo tentando di fare come Rete per la Giustizia Ambientale e Sociale (RIGAS). Chiediamo a tutte le realtà che lavorano sull’ambiente di fare RETE come abbiamo fatto per l’acqua.
Insieme si può!
E chiediamo a tutti di impegnarsi: -a livello personale , con uno stile di vita più sobrio; -a livello locale, con un riciclaggio totale dei rifiuti opponendosi agli inceneritori; -a livello nazionale, con un bilancio energetico(mai fatto!) che riduca del 30% le emissioni dei gas serra entro il 2020; -a livello europeo, sostenendo il Piano della Commissione Europea che prevede una riduzione per tappe dell’80% delle emissioni dei gas serra entro il 2050; -a livello globale, iniziando un Fondo per le nazioni del Sud del mondo per fronteggiare i cambiamenti climatici; riconoscendo il debito ecologico delle nazioni del Nord nei confronti del Sud; estendendo il protocollo di Kyoto; tassando dello 0,05% le transazioni finanziarie; concedendo il diritto d’asilo per i rifugiati climatici; riconoscendo i diritti della Madre Terra. E’ su queste basi che noi ci mobilitiamo come Rete in vista di Durban e di Rio+20, la conferenza indetta dall’ONU per il prossimo giugno. E’ un momento gravissimo questo sia per il Pianeta sia per Homo sapiens. E la colpa è dell’uomo, soprattutto della nostra generazione! Giustamente il teologo cattolico americano Paul Collins ha scritto: “La generazione che ha vissuto dalla II guerra mondiale ad oggi sarà tra le più maledette della storia umana, perché nessuna altra generazione ha talmente danneggiato e sfruttato la terra come la nostra.” Oggi lo sappiamo: o si cambia o si muore.
A noi tocca lavorare dal basso in Rete per portare il nostro paese e il governo Monti (nel suo discorso al Senato ha menzionato trenta volte la parola crescita!) a mettere al centro dell’impegno politico il salvarci tutti insieme con il Pianeta Terra.
Siamo grati al Papa Benedetto XVI perché spesso ritorna sui temi ecologici.Siamo altresì grati ai vescovi del Sudafrica che in una lettera inviata recentemente e letta in tutte le parrocchie, “vedono questo importante evento di Durban come un’occasione per riflettere”.
I vescovi sudafricani affermano: ”Questa crisi climatica globale pone una grande sfida spirituale a tutti i cristiani, alle altre fedi e a tutti gli uomini e donne di buona volontà, dato che è la conseguenza della distruzione della creazione di Dio a cui tutti in vari modi abbiamo contribuito. Siamo tutti convocati a cambiare mentalità e ad assumere nuovi stili di vita per ridurre la nostra dipendenza dall’energia fossile come il carbone e il petrolio.” La situazione infatti climatica del Pianeta è grave. La comunità scientifica teme che, andando avanti così, la temperatura potrebbe salire del 3-4 gradi centigradi. E i tempi che abbiamo per evitare tale catastrofe sono brevi. Gli esperti affermano che, per evitare tale disastro, dobbiamo tagliare l’80% delle emissioni di gas serra entro il 2050. Purtroppo i governi sono prigionieri sia dei potentati economico-finanziari che dei potentati agro-industriali che traggono enormi profitti da questo Sistema.
La finanza poi è talmente scaltra che vuole guadagnare anche sulla crisi ecologica, con la cosiddetta ‘economia verde’. Ne sono espressione il ‘mercato del carbonio’, il ‘Redd+’ (produzione agro-forestale per bio-carburanti), la geo-ingegneria che introducono l’assurdo principio del ‘diritto ad inquinare’ e finanziarizzano la crisi ecologica, per poterci speculare. Dobbiamo invece aiutare tutti i cittadini a capire che le ragioni fondamentali del disastro ecologico sono il nostro modello di sviluppo e il nostro stile di vita.Se tutti a questo mondo vivessero come viviamo noi occidentali ,avremmo bisogno di quattro pianeti terra come risorse e di altrettanti come pattumiere ove buttare i nostri rifiuti. C’è bisogno di un grande lavoro di informazione e coscientizzazione che porti a una rivoluzione culturale . E’ quanto stiamo tentando di fare come Rete per la Giustizia Ambientale e Sociale (RIGAS). Chiediamo a tutte le realtà che lavorano sull’ambiente di fare RETE come abbiamo fatto per l’acqua.
Insieme si può!
E chiediamo a tutti di impegnarsi: -a livello personale , con uno stile di vita più sobrio; -a livello locale, con un riciclaggio totale dei rifiuti opponendosi agli inceneritori; -a livello nazionale, con un bilancio energetico(mai fatto!) che riduca del 30% le emissioni dei gas serra entro il 2020; -a livello europeo, sostenendo il Piano della Commissione Europea che prevede una riduzione per tappe dell’80% delle emissioni dei gas serra entro il 2050; -a livello globale, iniziando un Fondo per le nazioni del Sud del mondo per fronteggiare i cambiamenti climatici; riconoscendo il debito ecologico delle nazioni del Nord nei confronti del Sud; estendendo il protocollo di Kyoto; tassando dello 0,05% le transazioni finanziarie; concedendo il diritto d’asilo per i rifugiati climatici; riconoscendo i diritti della Madre Terra. E’ su queste basi che noi ci mobilitiamo come Rete in vista di Durban e di Rio+20, la conferenza indetta dall’ONU per il prossimo giugno. E’ un momento gravissimo questo sia per il Pianeta sia per Homo sapiens. E la colpa è dell’uomo, soprattutto della nostra generazione! Giustamente il teologo cattolico americano Paul Collins ha scritto: “La generazione che ha vissuto dalla II guerra mondiale ad oggi sarà tra le più maledette della storia umana, perché nessuna altra generazione ha talmente danneggiato e sfruttato la terra come la nostra.” Oggi lo sappiamo: o si cambia o si muore.
A noi tocca lavorare dal basso in Rete per portare il nostro paese e il governo Monti (nel suo discorso al Senato ha menzionato trenta volte la parola crescita!) a mettere al centro dell’impegno politico il salvarci tutti insieme con il Pianeta Terra.